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Passaggio di consegne

 

 

conserva queste mie parole

per quando verrà il tuo inverno

(lo vedrai sui rami

degli alberi a fine autunno,

su un’altalena ferma

nei parchi di novembre,

nel freddo sulle mani

e i passeri sul filo

a prendere la neve,

lo sentirai nel ghiaccio

che incrosta a fior di pelle

e non ci sarà più scialle

a trattenere stelle,

non ci sarà più tempo

per altro giro e danza

e lo saprai per certo

che è solo andata il viaggio

e non c’è freno ai giorni,

non uno che ritorni,

che l’essere felici è stato breve

per noi che siamo ore

ma abbiamo sottopelle

l’impronta dell’eterno)

 

conserva queste mie parole

per quando verrà il tuo inverno

e un passo dietro l’altro

tu ti farai da parte

a chi chiederà la strada                                

per le sue gambe forti

il vento sulle spalle

l’avanzo dei domani

la creta nelle mani

(e non avrà sospetto

che tu hai ancora fame

che spasimo è il suo seno

che aspetti un altro treno

ed è un obbligo di carne

il decreto che tradisce,                                                            

un computo di giorni

a fare il vuoto intorno)

 

non un respiro in più

da questo inverno mio

e neanche una parola

per la consolazione,

sarà solo sapere

che tutto quanto è stato,

 

che sono andato avanti

nel solco di discesa

che fa più estranei i vivi

e meno lontani i morti.

 

FRANCESCO PALMIERI 

(dalla raccolta “Fra improbabile cielo e terra certa” – Terra d’ulivi edizioni)