
Testo tratto da “La simmetria del vuoto” di Cristina Bove p.19 ( Arcipelago Itaca edizioni, 2018 ), legge la stessa autrice
Di genere
*Abbiamo un modo così particolare
di scriverci la vita addosso
certificati d’esistenza in cui pezzi mancanti
più o meno visibili
ci sottraggono peso (dimagrimento garantito)
ci squalificano fino a dimostrare
che non siamo più stelle dipinte belle
ma
in quel pugno di niente
e ci si trova un giorno in disavanzi
cambiate fuori e frammentate dentro
*in quel vuoto che ci faceva donne sconsolate
_ si vive per i figli e per mille altre ragioni_
cicatrici ipertrofiche a ricordo
il corpo in astinenza d’emozioni
la giovinezza estinta prima che fosse tempo
io scrivo donna
senza cancellature o pentimenti
in lingua femmina
(di maschi è stato scritto per i secoli)
e mi dichiaro fiera
per quanto mi si dica circoscritta
di tanta mia esistenza al femminile
*e sul finire parlo anche in dialetto
recupero i miei geni primordiali
sono che siamo tutte _amate o meno_
rivendico il diritto
a proclamare un cuore poliglotta, uno straniero
che per farsi capire anche dagli uomini
figli fratelli padri amici amanti
dialoga e gesticola più forte
CRISTINA BOVE



