I giocatori invisibili (edizioni Giovane Holden 2016, 14 euro) è l’opera prima di Irene Giuffrida, eppure sorprende sia per la situazione esistenziale espressa attraverso una singolare tecnica narrativa, giallo nel giallo filosofico, sia per la ricchezza di particolari. L’autrice dà conto non solo dei pensieri del protagonista, ma anche di tutto ciò che entra dall’esterno nella sua prospettiva, impegnata a confrontarsi col tempo: Guido, il protagonista, vive tra passato e futuro, il commissario Saverio Strano risolverà l’enigma indagando sui ” luoghi oscuri “ della coscienza e su Morgana, la follia latente di Guido. Ecco il tempo, il tempo delle vicende che i personaggi hanno vissuto o stanno vivendo è quello della memoria e della coscienza. Dal passato di Guido emergono fantasmi mai sopiti che assillano il presente e il futuro e determinano, pennellando di «ordinaria follia», i suoi tempi perché, come dice l’autrice, il suo tempo è spezzato, ne ha almeno tre e dentro ci sono le nostre strade e i nostri viaggi, i nostri pensieri e le nostre intuizioni per non perderci e magari paesi dove poterci fermare o continuare a perderci, dovendo essere “altro” o “altri “ da sé, in quanto pathein nasce da un conflitto tra dentro e fuori, tra io e non- io, un fluttuare tra superficie e profondità, perché tutto è interno, ma può trasformarsi in un atto creativo e tradursi in opera, in questo spazio fluido che è L’Arte.
Feriti di realtà e realtà cercando ne “I giocatori invisibili”di Irene Giuffrida
05 domenica Mar 2017
Posted I meandri della psiche, Recensioni
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