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LIMINA MUNDI

~ Per l'alto mare aperto

LIMINA MUNDI

Archivi tag: poesia contemporanea

Versi trasversali: Chiara Migliucci

13 lunedì Ott 2025

Posted by Deborah Mega in POESIA, Versi trasversali

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Chira Migliucci, poesia contemporanea

Piet Mondrian, Composition with large red plane, yellow, black, grey and blue (1921)

 

La poesia è anche incontro, una geometria di rette a volte parallele, altre volte perpendicolari. Similmente al quadro di Mondrian un reticolato vivo e riccamente colorato. Nell’ambito della rubrica Versi Trasversali, presentiamo la poesia di …

 

CHIARA MIGLIUCCI

 

**

ROSSO POMPEIANO

Abbiamo ridipinto tutti i sogni
con il rosso delle nostre vene
affinché la Vita non morisse mai.

E io ho corrotto il tempo
con petali di Papavero,
per donarci ancora un attimo
prima che la terra inghiottisse
i nostri ritratti.

Ora passanti ammirano scempi di vita
e li catturano su pellicole
illudendo la luce del sole
di valere quanto le fiamme
che illuminarono il nostro sangue.

**

Ti ho spiato vivere
come un satellite fa con la terra.
Avrei voluto partecipare alla festa.

Ma che colpa ho io?
di avere occhi che guardano
e vedono troppo.

**

Urlare al cielo
aspettando che lui pianga per te
e ricevere da lui
nient’altro che un nulla
di nuvole bianche.

**

Il chiaro di luna
mi riluce dalla pelle.
Ora, sono il filo di vento
che ricuce le stelle.

Dimmi cosa vedi
quando ti sporgi dagli occhi,
e cosa ti incanta alla soglia;

voglio il motivo
per cui il soffio del cielo
non ti muove una foglia.

Dimmi, cosa ti scotta le dita,
perché ti scarti
e ti rifugi in fondo alla vita.

Dal corridoio delle tue arterie
ti spio ascoltare il cuore degli altri,
e vortica in te, il ciclone di pupille opache.

Svanisce in un nulla la fine,
se ti sento correre scalzo
in mezzo alle frazioni del mio sorriso.

**

POESIA

Ho decostruito mattoni inerti
ma senzienti
per fare spazio a parole più dure
cinetiche,
ermetiche.

Ma in bilico
su terra marcescente.

Versi liberi
attorcigliati in gusci
lenti da snocciolare,

lobi frontali corrugati in frattali.

Ti prego
scovane il senso
sfila i lacci
dai senso a numeri sparsi
in serie di Fibonacci.

Sfonda pavimenti di fango,
insicurezze e paure
col peso di preziosi
numeri primi.

Testi di Chiara Migliucci, tratti da “Effetto Doppler”, Nulla die, 2024.

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Versi trasversali: Teresa Valentina Caiati

21 lunedì Apr 2025

Posted by Deborah Mega in POESIA, Versi trasversali

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poesia contemporanea, Teresa Valentina Caiati

Piet Mondrian, Composition with large red plane, yellow, black, grey and blue (1921)

 

La poesia è anche incontro, una geometria di rette a volte parallele, altre volte perpendicolari. Similmente al quadro di Mondrian un reticolato vivo e riccamente colorato. Nell’ambito della rubrica Versi Trasversali, presentiamo la poesia di …

TERESA VALENTINA CAIATI

 

Leggo ogni giorno i silenzi che mi invii,
annuso l’intenzione che ci metti
anche se evapora, cerco nell’aria
un segno, un distico elegiaco nel vento.
Sai, conosco la potenza
delle cose lontane, la metamorfosi
che non dà scampo e trasforma
i punti interrogativi in punti fermi.

 

Il giorno esatto del mese di Marzo,
alle idi le odi di odio risuonano.
Non si può ripartire dopo un addio,
mi spieghi le instrucciòn de seguridad
ti guardo e non capisco dove aggrapparmi
in caso di pressurizzazione, sprofondo.

 

Immaginare santi
per rispetto dei grandi,
andare in processione intorno al verso,
col cero che cola il moccolo nell’ipertesto
dei tuoi rimandi, dacché mi amavi
ad oggi, i pianti
e che ne sanno i grandi,
e che ne sanno i santi.

 

Del tuo nome so dire la prima lettera
la buca in cui metto i piedi quando piove
e il vuoto che mi assale tra gli schizzi
e il freddo di ottobre che non mi asciuga
e poi ancora, l’ostinazione a non aversi,
a sillabarsi
sguardi di commiato in sordina dai passanti
indifferenti
e poi tacere
anche nel verso delle parole che dici,
che non dici e scrivi
senza sottintendere niente
oltre la rondine non fa primavera.

 

Ti stereotipo senza auscultarti l’anima.
È giallo ocra lo sfondo sul foglio
a pois come Yayoi Kusama la mia fantasia.
Ogni cosa ha un simbolo, un segno.
Di te conosco l’archetipo, la statua senza nome,
mono sguardo binoculare fisso perso nel vuoto
con la posa canonica degli invertebrati di mare
al primo sole di aprile.
Ti stereotipo senza auscultarti l’anima.

 

La paternità della mia assenza è tua,
l’hai fatta nascere tu
e ora mi chiedi il test del dna
come se non ricordassi
il giorno
in cui mi hai fecondata di infelicità.

 

Non c’è più un orizzonte
con la mano tesa a toccare
quello che immagino e dico
a tutti che è reale. Ora esiste
un confessionale spoglio
di acque benedette, una parola
audace che mi bagna la fronte
e il mento, quando bevo alla fonte
per le strade, schizzare forte,
ho scoperto, è il divertimento.

 

Testi di Teresa Valentina Caiati, tratti da “Togli le parentesi ( ), Eretica Editore, 2024.

 

Teresa Valentina Caiati è nata a Bari nel 1985. È musicista e artista versatile. Alcuni suoi testi editi e inediti sono comparsi online e su riviste specializzate. È docente di musica presso la scuola secondaria di primo grado. Ha pubblicato la raccolta poetica Frange di interferenza (Eretica edizioni, 2019).

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Versi trasversali: Naomi Simeoli

17 lunedì Feb 2025

Posted by Deborah Mega in LETTERATURA, Versi trasversali

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Naomi Simeoli, poesia contemporanea

 

Piet Mondrian, Composition with large red plane, yellow, black, grey and blue (1921)

La poesia è anche incontro, una geometria di rette a volte parallele, altre volte perpendicolari. Similmente al quadro di Mondrian un reticolato vivo e riccamente colorato. Nell’ambito della rubrica Versi Trasversali, presentiamo la poesia di …

NAOMI SIMEOLI

 

Meglio sentirsi altrove e oltre
le soglie della lingua dei giudizi,
dell’ossessione tua di definirci
e dare nome ai baci e rìdici
se per me somigliano a radici
o a vertigini d’acqua, qualcosa
che piove e si insinua ovunque.

*

Un bacio e tornasti nella luce
ti seguì quella voce che diceva
qualcosa che non volevo sentire.

Noi non ci vediamo che son più lune
eppure, compaiono in primavera
le rose, le nostre, rosse, sfiorite.

*

Il tuo profumo è fresco di astri!
Gli eterei incastri sono condotti
dai gesti che fai, se muovi le mani
tu dai ordine agli universi.
Scorgervi i segreti per salvarti!

Tu insegnami il tuo alfabeto
composto da lune e uragani.

*

Esisto solo se mi senti

[…]
Donna vedi alle soglie dei voli
quasi sfioriamo le soglie dei sogni.
Ti ho raggiunta nel gelo dei cicloni,
liberata la fronte dai ghiaccioli,
ciondoli d’acqua sulla tua frangetta.
[…]

Com’è che in petto a te pensando
tal tempesta si scatena? Della schiena
lascia che la mia pelle sia la tela
che mordi coi tuoi denti distanti;
che io esisto solo se mi senti,
se mi sventri fin’ al cuore e tremi,
se ci canti come amanti e menti.
[…]

*

[…]
Da orme luminose nel fluttuare
intuisco il suo cammino, lo seguo,
ci inciampo e non ne vedo la fine.
Come vivere dopo un sentire
più che infinito nel mondo vuoto?
Non capivo, di colpo tutto era finito.

*
Finendo la notte

Vedendo insieme le stelle rotte
dal mattino svelto, avresti detto
che di strana sostanza si compone
la mia anima, ch’ogni sua pagina
rivela diversa d’ogni fantasma
una propria, sgranata verità.
Dunque, mi racconteresti la tua.

*

[…]
Sai ch’io dagl’incavi delle clavicole
ti riconoscerei all’indomani
venuti meno i passaggi, i barranchi,
i cieli, le strade, i nomi, le cose.
[…]
Da su, più su, guardiamo le nuvole;
nel tuttonulla mi stringi le mani,
tra le piaghe rocciose, tra i calanchi
del cosmo le tue mani vaporose.

*

Porti segreti come i bambini
con i fiori, li raccolgono scalzi
dietro fasci nascosti di ginestra.

 

Naomi Simeoli, testi tratti da Qualcosa resiste, De Frede Editore, 2024.

Naomi Simeoli (Napoli, 1998), conseguita la laurea triennale in lettere moderne, frequenta filologia moderna all’Università di Napoli «Federico II». Nel 2024 raggiunge il podio del Premio Internazionale Luigi Vanvitelli nella sezione “poesia orale e performativa”. Qualcosa resiste è la sua prima silloge poetica.

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Versi trasversali: Alessandro Barbato

20 lunedì Gen 2025

Posted by Deborah Mega in LETTERATURA, Versi trasversali

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Alessandro Barbato, poesia contemporanea

 

 

Piet Mondrian, Composition with large red plane, yellow, black, grey and blue (1921)

 

La poesia è anche incontro, una geometria di rette a volte parallele, altre volte perpendicolari. Similmente al quadro di Mondrian un reticolato vivo e riccamente colorato. Nell’ambito della rubrica Versi Trasversali, presentiamo la poesia di …

ALESSANDRO BARBATO

 

In un tuo volo

Se fossimo vapore, come nuvole
sapremmo attraversare forme e cieli,
ammorbidire i segni, arrotondarli,
potremmo fare a meno di parlare.
Ci basterebbe piovere ogni tanto
sui prati, sui tuoi tarli, i continenti
oppure sfilacciarci lenti e bianchi
sui mari che respirano alla Luna.
Se fossimo vapore e non in questo
giro sordo in cui scorrono le vite
attorcigliate a date e a situazioni,
potremmo continuare anche a sorridere
se sfuma un’altra estate, invecchia il mondo
e tu non sei ora qui, ma in un tuo volo.

In coda (La vita di ogni regola)

Sto bene con gli estranei,
perché non sanno il gioco e quanto è dura
la vita di ogni regola.
Con chi, se un po’ curioso, potrà sempre
immaginarmi un po’
più buono, in chissà quale suo collage
di vuoti e proiezioni.
E poi con te, quando compari come
un lampo tra le nuvole
più spesse a fare chiari anche i minuscoli
dettagli sparsi in coda
a ogni mio sbaglio, in tutti i tuoi sbadigli.
Con quelli che si allenano
a sbocciare, persino a tramontare
senza intoppi; coi gatti
che vedono anche al buio quando serve.

In estate la luce

Fa buio. Troppa luce
rimpicciolisce l’iride, socchiude
un po’ le palpebre e paglia pare il prato
dove razzola un bambino
a cui regalo ogni mio sogno.
Li porterà nel petto, forse allegro
sotto il Sole polveroso,
mentre corre come un pazzo
col pallone, tra le aiuole secche,
il cuore che sconfina nei polmoni.
Oppure al mare, quando basterà
la sabbia ai suoi capricci senza tempo,
e a noi guardarlo per pulire il nostro
sguardo al bianco canto delle onde.

Con l’approssimarsi dei primi sogni d’autunno

Ci sono altre vecchie abitudini
che dovrei smettere di coltivare,
non misurare più il tempo in autunno
o dare alla pioggia il colore
del mare. Anche abbassare un filino
la voce e fare di notte un sentiero
di braci, non traccheggiare
inseguendo le briciole, le anime
perse, sfinite a volare.
Ci sono molte altre vecchie abitudini
che dovrei smettere di praticare,
per liberare più spazio all’odore
sparso ogni giorno dai tuoi desideri:
fare un veloce inventario del mondo,
stare in silenzio a guardarti dormire.

Inediti di Alessandro Barbato

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Versi trasversali: Lucio Zaniboni

02 lunedì Dic 2024

Posted by Deborah Mega in LETTERATURA, Versi trasversali

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Lucio Zaniboni, poesia contemporanea

Piet Mondrian, Composition with large red plane, yellow, black, grey and blue (1921)

 

La poesia è anche incontro, una geometria di rette a volte parallele, altre volte perpendicolari. Similmente al quadro di Mondrian un reticolato vivo e riccamente colorato. Nell’ambito della rubrica Versi Trasversali, presentiamo due poesie di …

LUCIO ZANIBONI

 

Il volo

Esaltati, dal pino alla finestra,
i merli spiccano il volo
e ad ogni slancio è colmo il becco giallo.
Frenesia agli infiniti palpiti,
che vengono dal cielo.
Dio delle nevi, Dio del candore
che reca all’anima sospiri.
In un momento bianca è la finestra,
la ferrovia un presepe.
Qui torna antico il mondo,
si ovattano i pensieri,
come nella spessa coltre I suoni.
Oltre c’è un cerchio di misteri,
che nessuna sonda potrà mai. sondare.
Lasciarsi andare alla corrente,
insana cosa.
Il fossile dal riquadro, parla di antiche ere
e dell’eterno nella cui faretra
sono infinite frecce.
Il.tempo a una a una le incocca.
È poca la nostra fede,
quando non c’è la neve,
ma ora il mondo è candido come bimbo
e sa di gioia il canto

L’olocausto

L’olocausto si ripete, migliaia di uomini inchiodati sul mare.
Il mondo vuole il miracolo e lascia fare.
Cristo flagellato e deriso,
la barca è rimorchiata in alto mare.
L’evento si compia,
senza che il sangue versato,
ricada sul nostro capo.
Una turba invoca in mille lingue il cielo:
Dio, accoglili nel tuo regno.
In questo mondo indegno,
in cui si mangiano topi,
per rimanere vivi e sperare,
cala la tela.
Cristo fra i migranti, noi tutti fra i sicari

Lucio Zaniboni

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Versi trasversali: Luigi Finucci

10 lunedì Giu 2024

Posted by Deborah Mega in LETTERATURA, Versi trasversali

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Luigi Finucci, poesia contemporanea

Piet Mondrian, Composition with large red plane, yellow, black, grey and blue (1921)

La poesia è anche incontro, una geometria di rette a volte parallele, altre volte perpendicolari. Similmente al quadro di Mondrian un reticolato vivo e riccamente colorato. Nell’ambito della rubrica Versi Trasversali, presentiamo la poesia di …

LUIGI FINUCCI

 

Atomi, si muovono

nello spazio imitando

un perpetuo sodalizio.

 

Il caso vorrà, nell’istante

imprecisato, che si formi

un assioma complesso.

Vita. Senza bisogno alcuno

di definizione.

 

*

Europa, nei pressi di Giove

 

 C’è un’ Europa lontana

dai nostri fardelli, distante.

L’ acqua è protetta

la vita tenta di proteggersi.

È una mano.

 

Tende all’universo

invecchia senza farlo.

Grida la sua presenza.

Una solitudine rappresa

da forma liquida, un giorno

senza chiedere il permesso

alle leggi primordiali

diverrà solida.

*

Arba Minch, Etiopia

  

La vocazione ha il volto scuro,

l’ho vista all’età di dodici anni

scorrere sul vetro, due goccioline

divenire una. Arrivare fino in fondo

veloce, un po’ più grande.

L’ho ritrovata in una scuola etiope

asciugarsi sul mio dito medio.

Stessa molecola, due atomi di idrogeno

e uno di ossigeno.

Acqua, leggermente salata.

Le scapole erano evidenti, contorni

precisi e al tocco, quasi come solchi.

Le mosche non erano fastidiose

come le ricordavo.

 

Ho moltiplicato le emozioni

le ho divise per il numero di costole

ho sommato il numero di battiti

infine, sottratto i giorni perduti.

Il risultato è stato uno zero.

*

Della gentilezza ho scorto

quattro gradini sotto l’uscio

di una via nascosta. Si è chinata

così in basso da fondersi

con una ciotola colma d’acqua.

Solo un cane si è presentato

ad accogliere il gesto: la vita

è sembrata così lenta

da non ricordare

l’incessante noia

della notte e del giorno.

*

Nel caos della mia mente,

ho assistito a scene da manicomio.

 

Un giorno ho sputato la medicina

ed è stato lì che ho visto una porta piccola.

Aveva i capelli neri, sembrava ferita dalla vita:

cinque punti di sutura nei pressi del cuore.

Abbiamo provato a fuggire tutte le sere

con le mani, ci siamo illusi. Con la dolcezza

dei primi occhi.

 

Ora, c’è molta stanchezza. Le venature sono più evidenti

sembriamo vecchi. Una cosa è certa, abbiamo provato

a salire sui rami dell’amore.

Caduti, le ossa si sono frantumate con la realtà.

Eppure le mani hanno trovato il modo di sfiorarsi, le mani.

*

Quando muore un figlio,

non si è più soli. Un coltello

piantato nel fianco. Nessuno

che sappia il nome. Un giorno

il dolore diventerà troppo grande,

la caduta inevitabile.

 

Lì,

si cambia e si smette

di dare risposte.

Le lacrime vengono inghiottite,

entrano nel corpo:

il cammino è un uccello

a cui non è stato insegnato

a muovere le ali.

*

Non sono mai stato in grado

di essere padre. Ho fallito

ogni sera, lontano dai sogni

dalle increspature violate.

La colpa più grave è

che nessuno se ne accorge.

Solo mio figlio porta il peso

delle mancanze, e vive

un incubo che si ripete.

 

Un giorno sopraggiungerà la morte

il cuore scoppierà, perdendo

il dono più sacro.

Forse, uno specchio

a maledire un’abitudine

che ha relegato a prigione

le possibilità di tenerezza.

 

Luigi Finucci, testi tratti da La prima notte al mondo, Seri Editore, 2024.

 

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Rita Pacilio, “Come fosse luce”, Macabor, 2023

20 lunedì Mag 2024

Posted by Deborah Mega in POESIA, Segnalazioni ed eventi

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poesia contemporanea, Rita Pacilio

In copertina: Rita Pacilio, fotografia di Lucia Pinto

 

da Luna stelle… e altri pezzi di cielo, 2003

 

Si dice che solo il dolore

conosce ciò che non dura

eppure sull’orlo del pozzo

alita la memoria del viaggio

e lentamente mi sorprendi

tra i libri, là dentro mi annusi

da cacciatore insonne

per abitare tempo e anima.

Torniamo spesso nelle cose passate

come si fa con i sogni taciuti

un planare basso sulla terra

per amare le immagini rimaste.

 

Chi è stato innamorato

sigilla

grandi tempeste e silenzi sapienti

passa piegato, sopporta, si inginocchia.

Chi è stato innamorato dà un senso a ogni cosa

sa tornare, sa rimanere.

*

Vengono e vanno di bocca in bocca

i baci sulla lapide, colpi di unghie

risvegliano inquietudini lente

il sonno e la verità di chi non canta più.

Allora bisogna aprire le braccia

spiegarsi a vela sull’onda dopo la morte.

Un uccello in fuga, sì, una capriola nell’aria

essere testimone assoluto di oblio

e nuvole lattose. Conquistare il coraggio

la forza di vivere oltre l’epigrafe.

 

da Ciliegio forestiero, 2006

 

Vedessi come affonda il coltello feroce,

nella carne trasfigurata. Penetra

dietro la pupilla ferisce i desideri

in ombra.

Vedessi come taglia lentamente

la bocca che ribolle gocce sapide e sangue.

 

Cosa hai udito nella conchiglia,

l’onda che ritorna, il suo odore?

Forse la profonda voce del dio del vento

con la lancia in mano?

*

Non domandarti le foglie che ho riempito i rami

o il succo di ciliegia sulla bocca.

Non importa il tempo

delle radici in terra feconda

non sarà lì che torneremo amanti.

Ha avuto un senso il tronco

e l’intaglio delle parole.

 

Fino a terra

confessione segreta dell’ultimo atto

nell’incavo delle spalle si è posato

lo sfioramento d’ala

due anime le nostre tra succose ciliegie forestiere.

 

da Tra sbarre di tulipani, 2008

 

Lei sta morendo

nel verde del suo sguardo

quanto di pioggia in mare.

 

Pioggia di fine estate

fuori dal seno pieno.

Tremolante tra le begonie

sul balcone.

 

Lei sta morendo

nei fili d’erba

quanto dita e fiori di cespugli.

 

Di lei resteranno le cose cancellate.

 

da Gli imperfetti sono gente bizzarra, 2012

 

Sputa i suoi drammi

coi colpi di tosse

per gioco, per amore

scorie sottili nelle mani esibite

 

è latente lo scontento sulle spalle

 

gli imperfetti sono gente bizzarra

lasciati nell’arena, non so dire esattamente,

come un silenzio, un ghigno.

Ho pensato che Dio ama l’insicurezza

e le sfumature dei dirupi.

 

Io mi trovo qui dove non si torna indietro.

*

La prigione di mio fratello

ha le finestre sorde

esala l’anima ancora sbalordita

dalla paura del lampo

suoni di saluti nella campana

a morte

e sul collo il respiro che non vuole finire.

 

L’ecatombe ogni notte si maschera

impaziente il mormorio nei reparti

è illecito l’omaggio agli dei

si arriva sempre presto sottovento

menzogne e sacrilegi nascosti.

 

La prigione di mio fratello

è oracolo timido

probabile occhio spia

una pietra desolata

nella recinzione gli uccelli dormono

di là

nessuna barca esiste più.

 

da Quel grido raggrumato, 2014

 

Lei è la maschia forza che risorge

dalla morte, sotto il porticato c’è

la festa alle viscere rancide

e la consolazione dalla tenebra.

È faticoso buttare i languori

quel primo seme raggrumato

largo, tornito, ricolmo nella gonna

colpita.

Quella sera erano una folla profanata

un tetto che soccombe molle, senza luce

tumefatto di collera.

 

Quella che hai amato

io l’ho uccisa

l’ho scucita lungo la schiena

le ho tirato via la carne

succhiato il sangue

l’ho stesa sul lenzuolo:

è lei stessa quel Cristo feroce.

 

da L’amore casomai, 2018

 

E ti rispondo dal fulmine nelle nuvole

dalla misura della mano cento metri più su

spingendo il parapetto nelle fughe a tre voci

è qui che gli aquiloni si riavvolgono

di fronte alla lampada sconsolata.

Ricordo l’odore dell’anima emorragica

quando lei e le altre mutarono in frammenti

inghiottite nel bruno solitario.

Ti accoppiasti alla tazza mentre inciampavo

nel rombo verde dell’anello

questo potrebbe essere tutto, invece le forme

delle lodi ebbero colori pallidi e furono dolci

i brandelli del luneggiare.

Così ci addormentiamo nella direzione della terra

a orecchie fredde a scaldare le mani.

 

da La venatura della viola, 2019

 

Qualcosa di troppo accresce

l’orgoglio e la colpa di essere nati qui

in questo garbuglio di allarmi profondi

dove porti in rovina e chiusi come porte

rendono l’acqua inutile e il tramonto povero

se esistesse l’origine di una parola

dovremmo baciare la sabbia e le conchiglie

farlo in segreto, silenziosamente

tracciare una virgola dopo l’apparenza

allargarci sul gambo come fa la viola.

 

da Quasi madre, 2022

 

Lasciata nel riflesso come un filo

legato a una vertigine

sfrangiata da piccole pieghe

lei

si adorna di sogni avvampati.

Mia madre riflette cicli di giorni

e notti rimestando dialoghi

platonici, i silenzi del destino.

Se la verità non avesse segreti

avrebbe la tua limpida voce,

giardini fioriti, la porta aperta.

La senti? Ha detto qualcosa?

La divinazione è nel lampo,

nel morso di un ultimo bacio.

 

Potessi ricordare una carezza

quel poco amore che era tutto

per raggiungerti.

Potessi smettere di sentire l’odio

che agiti nella testa vecchia,

mi chiami tre volte, mai con il mio nome.

 

Testi tratti da Rita Pacilio, “Come fosse luce”, Macabor, 2023. Poesie e antologia critica con un saggio introduttivo di Mara Venuto.

 

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Versi trasversali: Riccardo Mazzamuto

15 lunedì Apr 2024

Posted by Deborah Mega in LETTERATURA, Versi trasversali

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poesia contemporanea, Riccardo Mazzamuto

 

Piet Mondrian, Composition with large red plane, yellow, black, grey and blue (1921)

 

La poesia è anche incontro, una geometria di rette a volte parallele, altre volte perpendicolari. Similmente al quadro di Mondrian un reticolato vivo e riccamente colorato. Nell’ambito della rubrica Versi Trasversali, presentiamo la poesia di …

RICCARDO MAZZAMUTO

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Versi trasversali: Raffaele Gatta

18 lunedì Mar 2024

Posted by Deborah Mega in LETTERATURA, Versi trasversali

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poesia contemporanea, Raffaele Gatta

 

Piet Mondrian, Composition with large red plane, yellow, black, grey and blue (1921)

La poesia è anche incontro, una geometria di rette a volte parallele, altre volte perpendicolari. Similmente al quadro di Mondrian un reticolato vivo e riccamente colorato. Nell’ambito della rubrica Versi Trasversali, presentiamo la poesia di …

RAFFAELE GATTA

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Versi trasversali: Marco Plebani

04 lunedì Mar 2024

Posted by Deborah Mega in LETTERATURA, Versi trasversali

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Marco Plebani, poesia contemporanea

 

Piet Mondrian, Composition with large red plane, yellow, black, grey and blue (1921)

La poesia è anche incontro, una geometria di rette a volte parallele, altre volte perpendicolari. Similmente al quadro di Mondrian un reticolato vivo e riccamente colorato. Nell’ambito della rubrica Versi Trasversali, presentiamo la poesia di …

MARCO PLEBANI

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Canto presente 62: Emilio Paolo Taormina

26 lunedì Feb 2024

Posted by Deborah Mega in Canto presente, LETTERATURA

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Canto presente, Emilio Paolo Taormina, poesia contemporanea

Nell’ambito della rubrica “Canto presente” oggi presentiamo la poesia di

EMILIO PAOLO TAORMINA

 

dal muro che recinge

l’aranceto

pende un frutto

grande come un sole

così alto

che nessuno può

raccogliere

forse non esiste

è il tuo sorriso

*

s’è cancellato il vinile

della tua voce

ho tirato le reti vuote

dalle acque torbide

del tuo silenzio

mordo il grano

della tua assenza

le tue rose mi graffiano

la fronte

seduto davanti al muro

parlo con la mia ombra

dalla finestra il paesaggio

ha un sorriso amaro

all’angolo della bocca

nei miei occhi conservo

la luce dei tuoi occhi

non proverò a fermare

il tuo volo di farfalla

*

amo il tuo profumo di limone fresco

la luce di dattero della tua pelle

i seni che lottano come polene

contro i flutti

quando cammini tra la folla

amo i tuoi primi capelli bianchi

la tua saggezza di donna

la ruga sulla fronte

come una lucertola al sole

amo il tuo nome

e i tesori che si nascondono

negli accenti

amo il ponte che al mattino

mi riporta sempre a te

*

tutta la notte a sfogliare

la rosa dell’insonnia

con il tuo nome sulle labbra

le stelle stanche di vagare

per le colline vanno a bere

un sorso d’acqua

alla fontana della luna

i campanili in dormiveglia

aspettano i tocchi delle tre

i cipressi dritti come sentinelle

davanti alla finestra

le dita dolenti hanno tirato

dalle corde l’ultimo accordo

il silenzio nella stanza

è una mela di coccio

il tuo nome mi trafigge

come uno scroscio di grandine

tu sei più lontana di un astro

vivo della tua eco

mi chiedo se un barlume di me

è ancora nella tua mente

*

ho imparato a parlare

con l’alfabeto degli aranci

ho rubato i colori

all’aurora e al tramonto

per tessere i tessuti dei tuoi abiti

ti ho trovata in un vagito

nei calendari assopiti

della mia anima

sei nata

nella musica di un verso

*

carezzo il volto del vento

perché da qualche parte

ti ha sfiorato

poggio l’orecchio alla sua

bocca se per caso ha

pronunciato “ti amo ”

io sono quello che la notte

non dorme perché ti vedo

nello specchio delle ombre

scrivo una ad una parole

sulle ali di una falena

perché tu le possa leggere

al chiaro di luna

sono quello che viaggia

con una valigia di piume

in cerca del nido

*

i tuoi capelli

erano così neri

che il tuo volto

sembrava quello

di una morta

non mi sono mai

fatto pensieri

di buona

e cattiva strada

eri una falena

cercavi

nell’ombra del vicolo

la luce

morivi come tutti

ogni istante

*

da quando tu sei morta

è sempre verde

l’erba sulla collina

gli agnelli

sono sazi

delle tue preghiere

io non ho più paura

dei fantasmi

cammino braccio

contro braccio

con la morte

come un’amica

la terra in cui

sei sepolta

ha coperto anche me

tu sei tornata bambina

giochi con la sabbia

in giardino

di notte danzi

con i conigli

intorno alla luna piena

*

sono siciliano

le parole che scrivo

sono bagnate

di salmastro

scivolano sulla pelle

delle pagine come pesci

conoscono

il canto delle sirene

gli incantesimi delle stelle

il mio cuore

è circondato dal mare

all’orizzonte vedo itaca

fuggita da un canto di omero

 

Testi di Emilio Paolo Taormina, tratti da “Poesie scritte all’aria aperta”, Giuliano Ladolfi Editore, 2023.

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Versi trasversali: Federica Bembo

12 lunedì Feb 2024

Posted by Deborah Mega in LETTERATURA, Versi trasversali

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Federica Bembo, poesia contemporanea

Piet Mondrian, Composition with large red plane, yellow, black, grey and blue (1921)

La poesia è anche incontro, una geometria di rette a volte parallele, altre volte perpendicolari. Similmente al quadro di Mondrian un reticolato vivo e riccamente colorato. Nell’ambito della rubrica Versi Trasversali, presentiamo la poesia di …

FEDERICA BEMBO

Viaggio speculare

Dal finestrino la luna mi osserva
con le sue macchie,
mi invita a infilarci le dita.

La notte sussurra
nel suo cospirare di stelle.

Vorrei che fossimo
come quelle stelle in assemblea,
fari su un chiodo di buio.

Vorrei assaggiare questa notte
antica, nuova luce
sul mio giorno.

Una stella si è persa
e all’assemblea è presente
la sua assenza.

Forse il nuovo giorno ricorderà
questa notte, e la stella scomparsa
che voleva solo viaggiare.

9/11/2019

 

Dentro di me

Dentro di me
seleziono fiori
permetto omicidi
dischiudo imperfetta
nell’essenza dell’alba.

2/11/2021

 

Estensione amorosa

Sollevatemi,
gonfiatemi come una vela!
Corro a baciare gli arrivi,
resto a benedire le partenze.
Sono ovunque!

L’amore mi acceca.
Voglio vedere?
Ma cosa è la vista?
Se vedessi un ponte tra noi
lo saprei inutile
e debole.
Non sei irraggiungibile.
Sono già lì.

21/07/2020

 

Paesaggio d’amore

Il mio amore sale come l’alba
un tuorlo da gustare in silenzio

Mangio te e mangio il sole

Il mio sorriso si invola
gabbiano che si moltiplica

Ascolto gli enigmi del mare
e vedo il futuro:
scrivo con gli occhi socchiusi
e parlo di te, e ancora, di te.

20/8/2020

 

Abitudine

I sentimenti sono abitudine.
Ora ti amo. Poi passerà.

30/6/2021

 

Testi di Federica Bembo, tratti da Il mio gioco preferito, Edizioni Ensemble, 2023.

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Versi trasversali: Andrea Ravazzini

04 lunedì Dic 2023

Posted by Deborah Mega in LETTERATURA, Versi trasversali

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Andrea Ravazzini, poesia contemporanea

Piet Mondrian, Composition with large red plane, yellow, black, grey and blue (1921) 

La poesia è anche incontro, una geometria di rette a volte parallele, altre volte perpendicolari. Similmente al quadro di Mondrian un reticolato vivo e riccamente colorato. Nell’ambito della rubrica Versi Trasversali, presentiamo la poesia di …

ANDREA RAVAZZINI

 

Intermittenze

 

Attesa a lampi,

le ossa si curvano,

un bagliore intermittente su strada,

gelo d’asfalto,

un tempo obliquo,

bruciato,

senza commiato,

senza che la stasi muti le sue sembianze,

s’alzi da terra,

declini la rotta,

non avvolga

e lasci correre le sue tracce.

 

01 febbraio 1997

*

Sfocature

 

Niente d’assorto qui giace,

incombente,

con chiaro sguardo

al sentiero

irto

dell’anima torbida,

in cui cullarsi

nello scivolar delle foglie

e nel morir del candore dei fiocchi.

 

14 marzo 1997

*

Spavento

 

Presenza gelata

che domina e tacita il fiume,

e niente spiega,

con gli artigli alla gola,

urlante.

 

13 gennaio 1998

*

Giorno d’autunno

 

Secco orto d’anima

che si squaglia ad

ogni passaggio,

ma è ciò in cui sono gettato.

Remo assorto

nell’udir lo smuoversi

di frammenti di stati

che sono

il dipinger mio di vita

e d’assenza,

il mio respiro.

 

05 novembre 2000

*

Resurrezione

 

Null’altro

che s’acquieti

desiderio tremante,

come ticchetta

questa sveglia notturna

ch’arde d’alba vivifica.

 

11 ottobre 2002

*

Incanalature

 

Piegatura

la sorte

in cui si è gettati,

come

scrutando

dal letto d’ospedale

il soffitto

silente,

scuro.

 

06 aprile 2003

*

Altrove

 

Una parentesi

di senso,

rintanata

in quell’angolo

laggiù,

d’improvviso

si scuote

e guizza,

indi

s’innalza

verso l’altrove.

 

Sarà maestra.

 

11 aprile 2020

 

Testi di Andrea Ravazzini, tratti da Naufragi di paesaggi interni / Frammenti, Edizioni Gruppo SIGEM, 2023.

 

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Canto presente 61: Luca Crastolla

30 giovedì Nov 2023

Posted by Loredana Semantica in Canto presente, LETTERATURA

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Canto presente, Luca Crastolla, poesia contemporanea

Nell’ambito della rubrica “Canto presente” oggi presentiamo la poesia di

Luca Crastolla

Tra Otranto e Torre Sant’Emiliano

il delfino non allestisce ancora segnali
per gli occhi. Canta lontano dal Ciolo
che la falesia aspra tornerà altissima
a fare un fragore, un’estasi bianca
a ventilare sorde farine per ossidare
senza ansie d’abitato. Quanto sciame
di sentieri tenuti in ordine dalla timidezza
della volpe. Un’eternità d’altomare viene
viene e aumenta molte vele sbrigliando
annuncia minute le caviglie nostre
in coda alle colonne ioniche della formica
che ramifica fra pietre infuocate e mirti.
Importa, non importa, chiede udienza ora
superati i villaggi dei balocchi estivi
a pelo d’acqua: la privata arroganza
il pubblico mortaio. Otranto scollacciata
dal plexiglass dei winebar, dai luoghi fritti
dai souvenir internazionali, è ammonita
dalla Torre del Serpe. Sotto Sant’Emiliano
gettasti tu a terra la croce e la schiena
fino alle lacrime ti facesti feto d’argilla
rossa, aridore di stoppia. In alto erano
i fieni folli, la mistica dei rupicoli ossari
l’emporio dei venti turbinoso e verticale

Punta de lu Pepe

e fu sera alla Punta de lu Pepe e fu mattino.
E sulle soglie, alle primizie del sole
un pomario di luce levava dai Balcani.
Passammo le torri e l’arco: gli smerigli
del mare e del tempo. Affiorava litoranea
la preistoria dei fiumi nostri consegnati
al rapimento minerale, una malìa
una ‘fascinatura e per tutta l’aria poteva
oracolare: come farò a diventare antico?
Un sibilo che scavava sindoni e insenature
E tu sai come qui il sedile dello scoglio s’alluna
nel finocchietto di mare, un turbinio cimando

Note:
“come farò a diventare antico?” riprende un verso di Vittorio Bodini

Torre Sant’Emiliano

se mai ti chiedessero di un monachesimo scalzo
di un’anima ciociara, Eman tu di’ che il mattino
altrove trafilato da crini in fibra ottica
e benzodiazepine, porta nella bocca
qui torre Sant’Emiliano e cola l’oro d’oriente
sulle nostre schiene finalmente medioevali
Dì che a settembre finalmente si è smesso
di lavare i piedi alle orde dei miscredenti
Dì bene che qui, in aprile, il verde libellula in azzurri
quasi che gli speroni non siano litiche ire
geologiche ma docili pettini venuti dall’Irlanda
del nostro sonno adagiato sull’osso della terra.
Dì che qui l’Idrusa si lancia sul petto nostro
con traiettorie sfiocinate di falco che toglie
il fiato e lo aumenta. Alveo di vita, anemone a cui
ci leghiamo stringendo il cuoio ai calzari del cielo
e rovistandolo non cerchiamo annunci. Come biade
ci muove solo un arioso presentimento e il pane
di ieri lo finiamo a morsi di fame più simile alla fortuna
Per darci all’origine. Per disarginarci

Torre Minervino

nel mese di marzo l’alisso di Leuca
incanta le creste iliache delle mantagnate
con molti dardi di giallo rarissimo.
Ma siamo a settembre e più sottovoce
detta per salmi il vasto poema subacqueo
di una pianura, un lucore che annega
nel cuore fauno degli aedi. Mandrie di genti
senza aldilà l’hanno transumata iscrivendosi
alla pietra tarlata con figure elementari
del tempo e indecifrabile lusso di segni
Come a Porto Badisco e fino alle antiche
dolcezze dello scoglio di Capraia. L’alisso
affida l’organo vitale delle remote sponde
un dio silente che solo guardando ci giudica
ancora capaci di erigere piccoli altari
di massi. Ancora nativi, avventori della lentezza
Un nettare d’aria senza stradari

Note:
Alisso di Leuca: si tratta di una pianta rupicola costiera che in Italia è presente solo sulle coste del Salento meridionale, dove si colloca il suo areale principale, e nelle Isole Tremiti, a San Nicola e Capraia.
È una specie antichissima ma in via di estinzione e racconta di quando una paleocosta univa il Salento alle Isole Tremiti dando origine a un’estesa pianura.

Mantagnate: strutture di pietra montate a secco per porre al riparo gli alberi esposti al vento o creare zone d’ombra. Sono molto frequenti nei terrazzamenti che nel capo di Leuca degradano in mare. La parola deriva dal salentino mantagnu: manto, riparo, ma ha una greca: mantoanèmi, riparo dal vento

Santa Maria di Leuca

Lèviche, Leuca, τα Λευκά
De Finibus Terrae. Ammettiamo
però solo lucori, luccicori, lumi
luminarie e bagliori
biancori, brilii e allucciolamenti.
Veemenze di luce solo per tornare
a Tiresia o al dominio del giglio di mare
o agli avvisi lontani di un arrotino, orafo dell’alba

Composto l’areale cinguettiamo i rapimenti
i terrazzamenti, le ripidezze, l’eterno languore
i piccoli fuochi con cui andiamo ravvivando.
Annotai che il nostro petto era una pagghiara a Novaglie
L’ho poi ripetuto per cadere in ginocchio, per cascare
in una spoglia di lupino dalle millanterie della grazia

Note:
Lèviche: è il nome da Maria di Leuca in salentino
Pagghiara: costruzione rurale realizzata con la tecnica del muro a secco tipica del Salento.
Si tratta di edifici simili ai più famosi trulli, ma a forma di tronco di cono, con pianta circolare o quadrangolari. Le costruzioni presentano di norma un’unica camera senza finestre verso l’esterno. Hanno un notevole spessore, che assicura un ambiente interno fresco anche nei mesi più caldi. Tipicamente venivano utilizzate come riparo momentaneo o deposito (il nome li fa ritenere originariamente depositi di paglia), ma di fatto sono stati utilizzati per gli usi più diversi, non ultimo come abitazione dei contadini durante il periodo estivo, allorché essi si trasferivano dal centro abitato per ottemperare ai lavori campestri dall’alba al tramonto

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Versi trasversali: Mirko Boncaldo

30 lunedì Ott 2023

Posted by Deborah Mega in LETTERATURA, Versi trasversali

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Mirko Boncaldo, poesia contemporanea

Piet Mondrian, Composition with large red plane, yellow, black, grey and blue (1921)

 

La poesia è anche incontro, una geometria di rette a volte parallele, altre volte perpendicolari. Similmente al quadro di Mondrian un reticolato vivo e riccamente colorato. Nell’ambito della rubrica Versi Trasversali, presentiamo la poesia di …

MIRKO BONCALDO

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“A un ricordo da te” di Selene Pascasi, Scrivere Poesia Edizioni

18 mercoledì Ott 2023

Posted by Loredana Semantica in LETTERATURA, POESIA, Vetrina

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Tag

A un ricordo da te, poesia contemporanea, Scrivere Poesia edizioni, Selene Pascasi

Segnaliamo tra le opere in libreria la silloge poetica di Selene Pascasi “A un ricordo da te”, edita dalla casa editrice Scrivere Poesia Edizioni. La Casa editrice si caratterizza per l’intento solidale che concretizza con la donazione di 1/3 dei suoi ricavi alle ONLUS di riferimento italiane. In particolare il ricavato di “A un ricordo da te” è destinato per un terzo alla straordinaria Associazione Airalzh (https://www.airalzh.it/) che ogni giorno promuove su scala nazionale la ricerca medico-scientifica sull’Alzheimer. Dalle parole di presentazione dello stesso editore:

Un piccolo capolavoro (come convintamente afferma Flavio Pagano nell’introduzione); una poesia di disarmante sincerità e onestà.
In questa silloge vive la poesia di un amore che si sacrifica pur scorgendo, nel suo futuro, l’inevitabilità amara dell’addio.
Oggi parola è satura di mille sfaccettature, fra paura e tenerezza. Il discorso poetico di ogni pagina è implacabile e scorre su uno dei temi più affascinanti e profondi del nostro sapere: il concetto di memoria. Che di solito ricongiunge al passato, ma in questo caso tradisce, allontana il legame affettivo che pur tuttavia, tenace e fedele, nella sua resistenza conferma l’amore stesso che vibra su ogni percezione e respiro. Un amore che rimane sempre, anche quando, per imprevisti impietosi della vita e difficili da accettare, non pare più ricambiato.

Selene Pascasi

BIOGRAFIA

Selene Pascasi è avvocato, giornalista per Il Sole 24 Ore, critico musicale. È autrice di La persona oggetto di reato (Giappichelli 2011), Sanity and Insanity in a Criminal Trial (Atlanta 2012), e delle sillogi Con tre quarti di cuore (Galassia Arte 2013), Come piuma sulla neve (Ursini 2018), l’aforismario In attesa di me (Rapsodia 2015), i romanzi Dimmi che esisto (La Gru 2018) da cui è tratto il docufilm “Musicanti e Attese verticali” (Libero Marzetto 2021). Vince il Luca Romano, il Per troppa vita che ho nel sangue, il Merini, lo Zirè d’oro, il Ciò che Caino non sa, la Targa Perillo, il Kalos e il Premio della Critica Overdose di cultura. La sua ultima silloge è Senza me (Eretica 2021) e ha partecipato all’antologia poetica Cuori a Kabul (Graphe.it, 2021). Con “A un ricordo da te” esordisce con i tipi di Scrivere Poesia e dedica la silloge ad Airalzh per la ricerca scientifica contro l’Alzheimer.

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Pas de deux 1: Luciana Riommi e Giovanni Baldaccini

16 lunedì Ott 2023

Posted by Deborah Mega in LETTERATURA

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Giovanni Baldaccini, Luciana Riommi, Pas de deux, poesia contemporanea

Salvador Dalì, “I due ballerini”, 1949

Nell’ambito della danza classica, l’espressione Pas de deux (passo a due), indica la sequenza di un balletto o di una coreografia e fa riferimento al numero degli interpreti, uomini o donne, che eseguono insieme un balletto o una coreografia. Si tratta di una danza isolata dal resto del balletto e destinata ai primi ballerini, quelli virtuosisticamente più dotati. Il pas de deux è costituito da una entrée, da un adagio eseguito insieme, da una variazione solista maschile o femminile e da una coda in cui i due ballerini si ricongiungono per la sequenza finale del balletto. Con l’invenzione della coreografia (dal greco choreia (“danza”) e graphè (“scrittura”), menzionata nel 1700 da Raoul-Auger Feuillet nel trattato Chorégraphie ou l’Art de décrire la dance par caractères, figures et signes démonstratifs (Coreografia, o l’Arte di descrivere la danza per mezzo di caratteri, figure e segni dimostrativi), per la prima volta la composizione di passi e figure fu trascritta, istituendo l’associazione fra il motivo musicale e le figure danzanti. Allo stesso modo, abbiamo pensato di proporre ai nostri lettori una duplice rubrica dedicata alla poesia e alla prosa contemporanea e del passato, in cui accogliere su nostro invito ma anche per iniziativa personale, le proposte di una coppia di autori affini o al contrario discordanti per formazione, stile, lessico, ritmo, musicalità in modo da avere un connubio (come nel caso di Pas de deux) o un contrasto andando a incrementare un’altra rubrica gemella intitolata Paso doble. Potrebbe trattarsi di una coppia vera e propria del presente o del passato, di una coppia artistica, di un’autrice con il suo mentore, di amici o amiche che si stimano tanto da proporsi vicendevolmente per offrire in tal modo una doppia voce, un doppio sguardo, una doppia visione e interpretazione, un doppio passo, che coinvolga in una scrittura che diventi essa stessa apertura nei confronti dell’altro e del suo punto di vista, ritmo, danza.

 

Il Pas de deux di oggi è dedicato alla poesia di

LUCIANA RIOMMI e GIOVANNI BALDACCINI

 

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Versi trasversali: Cristina Eléni Kontoglou

02 lunedì Ott 2023

Posted by Deborah Mega in LETTERATURA, Versi trasversali

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Cristina Eléni Kontoglou, poesia contemporanea

Piet Mondrian, Composition with large red plane, yellow, black, grey and blue (1921)

 

La poesia è anche incontro, una geometria di rette a volte parallele, altre volte perpendicolari. Similmente al quadro di Mondrian un reticolato vivo e riccamente colorato. Nell’ambito della rubrica Versi Trasversali, presentiamo la poesia di …

Cristina Eléni Kontoglou

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Versi trasversali: Roberto Ochi

21 giovedì Set 2023

Posted by Loredana Semantica in LETTERATURA, Versi trasversali

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Tag

poesia contemporanea

Piet Mondrian, Composition with large red plane, yellow, black, grey and blue (1921)

La poesia è anche incontro, una geometria di rette a volte parallele, altre volte perpendicolari. Similmente al quadro di Mondrian un reticolato vivo e riccamente colorato. Nell’ambito della rubrica Versi Trasversali, presentiamo la poesia di …

ROBERTO OCHI

 

Il Bar della Bontà

Mi versa per piacere un bicchiere di bontà?
Sì, certo
Quanto costa?
Non si preoccupi
Il primo giro lo offro io

Cosa significa creare

Espandere lo spazio bianco di un foglio
Crescere il tempo di un secondo
Disegnare la forma della propria mano
Donare la forza ad una carezza
E per me che da un po’ battezzo gli anni
Imparare a fare il pane

Nazaré

Dove sono più alte le onde
Quasi il mare lambisce il cielo
A questo luogo consegno i miei viaggi

La troia assassina sul taxi ad Ibiza

I gradini storti per arrivare alla camera
In quell’hotel ad Amsterdam

Guardare dentro la serratura di un portone
A Roma
A Piazza dei Cavalieri di Malta

Anse Noire e il rum agricolo

Shirley Heights
La pioggia
Locked out of heaven

L’Old School Restaurant prima di Ullapool
I colori di quel cielo

Il gallo pinto
La vista de olas
La transumanza serale dei paguri
La pura vida

Il Gran Bal Trad a Vialfrè

Gli occhi dell’Algarve

Del colore del Porto

Isola Santa
Il marmo
Le camminate
La vertigine nella salita verso la cima

La cima del Colle del Tourmalet
I pintxos di San Sebastian
La duna più alta d’Europa

Lo chef Guccini di Cap Ferret
Che ringrazia i clienti per il sorriso

Quel professore seduto nel bar

I bar sono fatti di persone
Girano tutte intorno al bancone
Molti si fanno riempire il bicchiere
Ma il professore ha sempre una storia
Prima di bere

Ogni martedì lascia una curiosità

Per non russare mentre dormi
Tieni una patata nella tasca posteriore
È un antico rimedio

C’è una respirazione rinfrescante
Per proteggersi dal caldo

Anche il mare ha le sue lacrime blu

Il verso dell’oca non fa l’eco

Nemmeno per l’acqua
Le parole contano poco

Esistono dei regali già amati
Prima di esserci consegnati

L’ultima storia
Al martedì è dedicata
Perché era il giorno che gli piaceva di meno
Ma aveva trovato il modo di volergli bene

Otto orizzontale

Riposati
Coricati adagio

Mostrami l’aspettativa
Il peso di una storia

Rappresentare l’infinito

Il giorno dopo la sua fine

La speranza

Raccontami la verità
La storia come la volevi scrivere tu

Regalami

Cosa è un regalo?

È un atto di piacere
Rivolto a se stessi

Imparare ad aprire i regali?

Accettare la bellezza nell’esistenza

Pia madre

Donatrice di vita

Prima insegnante d’amore
Inesauribile linfa del verbo proteggere

Origine clemente della compassione
Innanzi ad ogni cosa
Eterna casa

Ci allontaniamo solo
Per imparare a scoprirti dentro di noi

Campo minato

Siamo il non detto
Il percepito
Gli sguardi che si cercano
Siamo complici

Non sboccerà
E non sarà piano
Quando accadrà
Noi esploderemo

testi tratti dall’opera prima di Roberto Ochi “Raccontami una storia”, Bre Edizioni, 2022

Roberto Ochi è nato a Parma il 25 Aprile 1982. Prima di arrivare a scrivere Raccontami una storia è andato nella direzione opposta. È divenuto ragioniere e si è laureato in economia. Ha consegnato fiori e ha danzato. Lavora presso un istituto di credito e pratica Yoga il lunedì. Tutto questo per arrivare fino a qui.

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Versi trasversali: Giulio Marchetti

18 lunedì Set 2023

Posted by Deborah Mega in LETTERATURA, Versi trasversali

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Giulio Marchetti, poesia contemporanea

Piet Mondrian, Composition with large red plane, yellow, black, grey and blue (1921)

 

La poesia è anche incontro, una geometria di rette a volte parallele, altre volte perpendicolari. Similmente al quadro di Mondrian un reticolato vivo e riccamente colorato. Nell’ambito della rubrica Versi Trasversali, presentiamo la poesia di …

GIULIO MARCHETTI

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