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,Avevo scritto il testo in corsivo più sotto per i bambini siriani coinvolti in una guerra che segnerà inevitabilmente l’intera loro esistenza o ha già causato la loro morte.

L’avevo scritto qualche giorno fa prima dei recenti attentati in Iran a sud di Bagdad e in Pakistan a Lahore. In entrambi un kamikaze si è fatto esplodere seminando il suo carico di terrore, distruzione, dolore. Gli attentati hanno avuto come obiettivo momenti di vita di serenità e festa: a Bagdad la premiazione di un torneo di calcio, a Lahore un parco dove molte famiglie si erano riunite a festeggiare la Pasqua.

Nel primo sono morti musulmani, nel secondo erano famiglie cristiane. In entrambi gli attentati sono morti molti bambini e ragazzi. Nel primo, a Bagdad, le cronache riferiscono che dei 41 morti 17 erano bambini tra i 10 e i 17 anni, nell’attentato di Lahore i morti sono 72, di cui 30 bambini. Le vittime sono, come sempre, un bilancio provvisorio, suscettibile di precisazioni. Non è provvisoria invece la constatazione che il terrorismo si alimenta di odio e strumentalizzazione dell’odio, che la religione c’entra ben poco, che esso è un altro modo di condurre una guerra, scelto da chi non ha i mezzi e posizione politica per condurre una guerra, ma vuole comunque imporsi  ricorrendo alla violenza e alle armi, colpendo vittime inermi, servendosi di altre vittime, i kamikaze, mandate a morire imbottite di esplosivo e follia. Colpire i bambini è anch’esso strumentale a provocare un dolore ancora maggiore per la devastazione morale dei genitori sopravvissuti.

Quello che ho scritto per i bambini siriani vale quindi anche per quelli pakistani e iraniani e per tutte le piccole vittime della guerra dovunque nel mondo.

Nel 1943 Konrad Lorenz, lo scienziato austriaco, fondatore della moderna etologia, premio Nobel per la medicina e zoologia nel 1973, studioso  del comportamento animale nel suo ambiente naturale (l’etologia appunto), individuò i caratteri infantili, cioè quelle caratteristiche che rendono simili i cuccioli di molte specie animali: occhi grandi e tondi, testa grossa, viso piccolo, arti corti e grassottelli, pelle morbida, andatura goffa, vocalizzi e comportamento giocherellone. Sono questi caratteri che consentono di riconoscere facilmente un cucciolo, inducono tenerezza e senso di protezione, al punto che anche animali adulti possono prendersi cura di cuccioli di specie diversa abbandonati. Quello che voglio dire è che abbiamo scritto nel DNA animale di proteggere i cuccioli, ma l’uomo si fa beffe anche della legge di natura, preferisce le guerre, le bombe, armi e distruzione. La guerra e tutto quello che sta dietro la guerra: i pretesti per chi si arricchisce sfruttando le circostanze, le strategie di chi cerca vantaggi politici avendo ben poco a cuore la carneficina d’uomini che accade, la strumentalizzazione degli esaltati che credono in qualcosa che è il loro ego malato, l’esaltazione di pochi che credono d’essere leader di una rivoluzione sbagliata, il desiderio di potere dei molti…

Buona guerra allora e che il Dio di tutte le religioni protegga i cuccioli d’uomo.

Loredana Semantica