L’aggettivo random usato nel linguaggio scientifico e tecnologico con il significato di casuale, privo di regolarità, senza un ordine preciso, ha fornito lo spunto per una nuova rubrica, questa volta musicale, che curerò due volte al mese di lunedì. Esistono pezzi musicali a cui siamo particolarmente legati: alcuni sono diventati simbolo di una generazione, altri hanno generato e ispirato rivoluzioni e movimenti culturali riscrivendo regole, altri ancora sono divenuti strumenti di protesta riuscendo a smuovere coscienze. Li descriverò raccontando l’intreccio di musica e vita che li ha prodotti.
Continuiamo questo percorso con…
Wish You Were Here è tratto dall’album omonimo, nono album del gruppo progressive rock inglese Pink Floyd. Pubblicato nel 1975 dalla Harvest/EMI in Europa e dalla Columbia/Sony nel resto del mondo, fu ispirato dal materiale raccolto durante le varie esibizioni e registrato agli Abbey Road Studios di Londra. L’album fu acclamato dalla critica ed è posizionato al duecentoundicesimo posto della lista “The 500 Greatest Albums of All Time” pubblicata dalla rivista musicale Rolling Stone. E’ il disco preferito anche dai componenti della band Richard Wright e David Gilmour.
Dedicato a Syd Barrett, l’album tratta il tema dell’assenza e del declino mentale dell’ex membro fondatore della band. Lo strepitoso successo di Dark Side of the Moon del 1973 aveva lasciato la band “prosciugata” artisticamente ed emozionalmente, tanto che risultò complicato e faticoso raccogliere e organizzare il materiale a disposizione. Stress e un diffuso senso di impotenza e inadeguatezza rendevano difficile dar vita ad un nuovo album: sarebbe stato all’altezza di Dark Side? Il gruppo in questo periodo compone nuovi pezzi e li presenta nei concerti, arricchendoli e limandoli durante l’esecuzione dal vivo: così Shine On You Crazy Diamond venne già presentato nel settembre del 1974 a Edimburgo ed Have a Cigar nel ’75 in Canada. Roger Waters ha un’intuizione: comprende che il tema del disco può essere lo stato di aridità mentale in cui i Pink Floyd versano. La band è divisa da contrasti, priva dell’entusiasmo e dell’affiatamento che aveva caratterizzato gli esordi. L’album comincia con un’introduzione strumentale di otto minuti e mezzo che sfocia in Shine On You Crazy Diamond, vero e proprio tributo a Barrett, il cui crollo nervoso causato dalla sua tossicodipendenza, lo aveva costretto a lasciare la band alcuni anni prima. La leggenda narra che il 5 giugno 1975 proprio mentre la band stava completando il missaggio finale di Shine On You Crazy Diamond, un uomo in sovrappeso con la testa e le sopracciglia completamente rasate, entrò nella stanza. Inizialmente i membri della band non riconobbero lo sconosciuto, pensarono che si trattasse di un tecnico della EMI, ma presto si resero conto che era Syd Barrett. Egli si offrì di dare il proprio contributo al disco suonando delle parti di chitarra, ma non si mostrò entusiasta della canzone e la definì “un po’ datata”. Nella parte finale della suite, Wright, accenna appena See Emily Play di Barrett.
La copertina fu ideata e realizzata da Storm Thorgerson dello Studio Hypnosis, il quale aveva accompagnato la band durante il tour del 1974 ed aveva riflettuto sui testi dei vari brani, giungendo alla conclusione che le canzoni erano tutte collegate alla “tematica dell’assenza”. L’immagine dei due uomini d’affari che si stringono la mano mentre uno di loro prende fuoco, allude al restare scottato dopo un insuccesso nell’ambito dell’industria discografica inoltre alla difficoltà dei rapporti interpersonali. La stretta di mano tra il musicista e il discografico inoltre potrebbe bruciare e annientare tutte le ambizioni artistiche.
Per la foto, scattata sul retro degli studi cinematografici della Warner Bros di Los Angeles, furono impiegati due stuntmen. Il retro di copertina mostra un uomo d’affari senza volto e senza corpo che offre al pubblico una copia del disco, un vinile trasparente, nel deserto di Yuma in California che dunque rappresenta la Terra. Le foto presenti all’interno dell’LP mostrano un velo rosso ondeggiante in un bosco da cui si intravede la sagoma di una ballerina e un nuotatore che si tuffa in un lago senza provocare il minimo movimento nell’acqua. Sarebbero rappresentati così gli altri due elementi: l’aria e l’acqua. Nelle successive edizioni di Wish you were here, la copertina, per accrescere il senso di alienazione e di freddezza, fu addirittura avvolta in una busta di plastica nera.
Come per The Dark Side of the Moon, la band fece uso di sintetizzatori e di effetti sonori addolciti dagli arpeggi di chitarra di Gilmour. Waters fu l’autore dei testi mentre tutto il gruppo creò la parte musicale dell’album. La formazione era la solita: David Gilmour , chitarra e voce, Roger Waters, basso e voce, Nick Mason alle percussioni e Richard Wright alle tastiere. Waters pensò di dividere la suite Shine On You Crazy Diamond in due parti, inserendo due suoi brani inediti. Gilmour non era d’accordo ma cedette dopo una votazione che lo vide sconfitto per tre a uno. La voce è quella di Roger Waters. I due brani Raving and Drooling e You Gotta Be Crazy vengono esclusi dall’album e diventeranno Sheeps e Dogs dell’album Animals del 1977. Shine On You Crazy Diamond si conclude con i rumori di una festa che simboleggiano la mancanza di sentimenti reali tra le persone poi sfuma senza soluzione di continuità in Welcome to the Machine, che comincia con l’apertura di una porta automatica ed è cantata da David Gilmour. Have a Cigar rappresenta una dura critica nei confronti dei “pezzi grossi” dell’industria musicale contemporanea. Per la parte vocale si dovette ricorrere al collega ed amico della band Roy Harper, che accettò di cantare. In Wish you were here, cantata da Gilmour, ad un certo punto si sente un breve inciso tratto dal finale della Sinfonia n. 4 di Čajkovskij.
L’album si conclude con una ripresa di Shine On e vari inserti strumentali. Wish You Were Here fu presentato a Knebworth nel luglio del 1975 e pubblicato nel settembre dello stesso anno. Fu un successo immediato; la EMI non riusciva a stampare copie sufficienti per soddisfare la domanda. Ad oggi infatti ha venduto più di ventidue milioni di copie. Non fu realizzato alcun tour ufficiale per questo album ma in seguito fu suonato per intero nei concerti promozionali di Animals.
Deborah Mega
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