Sergio Carlacchiani: Indiscrezioni dal fortilizio
RP Libri, 2020
Nota postfatoria di Filomena Ciavarella
L’Ego può innalzare fortilizi entro i quali costruire difese attacchi resistenze contro gli agguati del mondo, le maschere di un tu dalle «bocche eternamente aperte» falsario di bene, ma il Sé trova brecce sicure per portare oltre le mura notizie che nella loro immediatezza hanno l’aria dell’indiscrezione di quanto avviene nella strategia del vivere entro l’assedio immediato o dilazionato: il titolo Indiscrezioni dal fortilizio sembra suggerire queste immagini primarie che, invece, lungo le pagine si perfezionano nella declinazione di altre legate dai canapi del sentimento il cui connotato maggiore è l’ardenza di una natura delicata e forte, di una audace leggerezza profonda, di un logos che mostra senza censura la sua «unghia di verità» guerriera e «infelicità senza difesa»: la poesia di Sergio Carlacchiani si presenta come una nube interstellare, una nebulosa, in cui ‘concentrazione’ e ‘diffusione’ sono le dinamiche attraverso le quali egli impianta le sue poesie che nel tumulto dell’esistenza attingono sia alle profondità del tenebrore, sia alla distesa del lucore, fino alla spazialità della luce. C’è nell’Autore la compresenza dell’aedo e del rapsodo: egli ha ricevuto “un dono fortunato delle Muse”, ossia la facoltà di scrivere, pronunciare, porgere la parola cantatrice che evoca, inventa, foggia.
Adriana Gloria Marigo
d’IO dio perché mi hai abbandonato?
Tra epidemie guerre merci affari
distante dall’asfittica logica dei denari
richiuso raro nella finestra d’un muro
scruto bocche eternamente aperte
non voglio ascoltare inutili cantilene
troppa stanchezza ho del mostrarmi
ritirarmi in un giro di vite smarrito
voglio non essere più contenuto
a un solo grido avvinghiarmi
restare privo di misericordia
abbandonato dalla solitudine
in atri gorghi vicoli di silenzio
naufragante nell’alto nuvoloso
suturato dentro qualsiasi dolore
vortice divino sferza inesorabile
uragano perla unghia di verità
palpito al fine d’oblio non altro
che un’inerte eco riparatore
gesto strozzato esasperato
terreno dolore malinconico
nell’esistente silenzio morale
ansia tormentosa inuguale
nonsenso solido del niente
sprofondare sino in fondo
nell’infelicità senza difesa
sciagura ignota inattesa
mondo spento che mente
recluso nel male evocato
insorgente dall’invisibile
patogeno agente infettivo
sterminatore d’impronte
d’IO
misera storia umanizzata
eternizzata da chissà qual
dio.
Oltrepassando
Attingerò nella profonda sorgente di vita
attraverserò anche oggi chilometri di luce
confiderò in questa mia capacità d’apertura
pronto nuovamente a farmi squarciare il petto
non un gesto non una parola come morto
tra i morti disperso camminerò sulla superficie
con il coraggio di chi confida in un cuore indomito.
Sbavatura di silenzio
Mi godo quest’ultima
sbavatura di silenzio
che s’infila sulla dorata
luce dell’aurora
la sola voce ramata
d’ascoltare ora che
lo scompigliato mare
degli sgarbati rumori
in sé la fa annegare
sono cenere polvere
che il vento spazza via.
Spetalo l’anima morente
Spetalo l’anima morente
canta la pioggia sottovoce
lacrimevole melodia
in martirizzato stato
la carne attonita
ridotta a orma
il cuore lapidato
dall’ignavia eletta
a ferrea norma.
Brucio come si deve…
Nell’attesa in perdita dell’amorosa notte
faccio spesa di speranza in svendita eppure
sterminata la città come se fosse dal silenzio
le ore sembrano aver esaurito tutte le lacrime
un pudore dignitoso di morte si stende educato
quale consolazione è questa bizzarra sofferenza?
Lo spirito si palesa con la sua inquietante autorità
la turbata nobiltà non ha altro nome che grazia
indicibile nudo d’angoscia s’è stracciato le vesti
cado sopra di lui abbracciato nel buio scompare
e io ancora brucio d’ardore come si deve…
Anima mia
Entri nel vivo quasi sparando al mondo
anima mia perché infatti indugiare
ancora abdicare all’imbecillità
ora carne e ossa sei dell’insofferenza
mai più ottusi incontri insostenibili
uniformità gratuite senza pena
esci di scena come assoluta
da palcoscenico eterno mai
più rappresentazione terrena
ma favolosa distante dal niente
è troppo tardi non rincorretela
in fuga senza sosta da voi
non la potete più trastullare
anima scevra d’impedimenti
costellazione di vicoli ciechi
io la luce! Gridasti a me
in disparte…

Sergio Carlacchiani
Biobibliografia
Nato a Macerata nel 1959, Sergio Carlacchiani (pseudonimi: Karl Esse – Sergio Pitti – sergio e Basta!) è performer, attore, doppiatore, poeta e pittore. Direttore artistico di varie rassegne teatrali tra cui ricordiamo:
“Poeti e Poesie da Decl/Amare ; “Civitanovapoesia”, Festival Internazionale di Live Poetry ; “Poesia in Vita”, Festival di Poesia Declamata e “Vitavita” Rassegna Internazionale di Arte Vivente. Si è occupato di poesia lineare, visiva, concreta, sonora e di mail art. Ha pubblicato nel 1979, “Poesie”, per la Collana Poeti d’Oggi, Gabrielli Editore, Roma; nel 1983, Quadri di Parole, a cura dell’Associazione per le Ricerche sulla Scrittura, Grafiche Cardarelli & Casarola Editore, Monte San Giusto, Macerata; nel 1987, con lo stesso Editore ha pubblicato Quadri di parole 2. Dal 2016, dopo un lungo periodo d’inattività, ha ripreso a scrivere. Si è formato, come attore, presso la scuola del Minimo Teatro di Macerata. Ha seguito diversi corsi di perfezionamento e specializzazione. Ha conseguito a Roma il diploma d’impostazione e uso della voce e tecnica del doppiaggio cinematografico, sotto la guida del maestro Renato Cortesi.
Da molti anni si occupa di porgere la poesia in maniera multimediale e spettacolare. Tra i tanti recital tenuti, da ricordare in assoluto quelli a Recanati, presso il Colle dell’Infinito, il 29 Giugno 2010, e 2014 in occasione delle Celebrazioni Leopardiane. Visto il grande consenso e favore di pubblico e di critica Casa Leopardi gli ha chiesto d’interpretare, in sala d’incisione, una selezione di Canti leopardiani editati nel 2011 da Giacomo & Giacomo nel cd O graziosa luna, io mi rammento… che si trova in vendita con il film di Martone Il giovane favoloso nel Museum shop di Casa Leopardi .
Sergio Carlacchiani ha un canale su YouTube, una sorta di Biblioteca Sonora che conta più di 15.000 interpretazioni, registrate dal vivo o in studio, che danno voce a poeti, scrittori, filosofi, dall’origine dell’umanità a oggi, di tutti i paesi del mondo. Affatto di secondo piano è la sua attività di pittore: numerose sono le sue mostre personali e collettive di pittura, scultura e poesia, altrettante sono le performances, gli happening e i vernissages realizzati in diverse città italiane ed estere. Le sue opere, recensite da quotidiani e riviste specializzate, sono state esposte in tutto il mondo e sono presenti in alcuni tra i musei, gallerie, biblioteche ed istituti tra più importanti d’Italia e d’Europa.
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