Recentemente è scomparso il mio amico poeta Sebastiano A. Patanè Ferro. Il 15 maggio scorso aveva scritto un messaggio sulla bacheca di fb comunicando che doveva assentarsi per ragioni di salute che tuttavia era ottimista sul suo rapido ritorno. Ho avuto modo di leggerlo, pur nel mio accedere saltuario alla rete, per poi scoprire, inaspettatamente e dolorosamente, circa dieci giorni dopo, sempre attraverso la rete, che Sebastiano è venuto a mancare.
L’amicizia con Sebastiano su facebook risale al lontano 11 agosto 2010, così mi comunica la funzione “vedi dettagli amicizia” del social. Non sono pochi dieci anni. Il tempo di conoscere una persona, almeno un po’, anche se frequentandola solo virtualmente, solo saltuariamente. Ed io Sebastiano l’ho conosciuto come persona sincera, generosa e disponibile, alla quale il destino ha riservato, secondo la mia percezione, prove di resistenza e di coraggio, inducendolo in ogni modo all’esercizio della resilienza, a sondare le profondità. Raccontava le sue storie, scriveva poesia, e per la poesia ha fondato “Nuova Arcadia”, organizzando reading, incontri, video, sviluppando una rete di contatti nell’ambiente poetico soprattutto siciliano, scosso dalla sua improvvisa scomparsa. Sciaranera era il nome del blog che curava su internet. Risuona ancora l’assonanza, gli stessi luoghi, nomi e scenari della mia esperienza. Sciara a Catania è la lava del vulcano Etna dopo che si è solidificata. E’ nera, durissima, cupa. Ci accomunava la città di nascita, ma anche l’incandescenza della lava, la durezza spigolosa, l’oscurità della roccia vulcanica. Io sono nata nel nero, in una casa, ormai abbattuta, costruita sulla sciara.
La poesia di Sebastiano era vissuta ed intensa, come era lui stesso, come deve essere la scrittura poetica, specchio della nostra essenza, espressione dell’anima del poeta.
La volta che l’ho invitato a partecipare al “Canto presente” di questo blog mi ha messo a disposizione “L’amore al tempo delle scimmie”, Poemetti collezione, Catania 2015 e “Lazzaro”, Estensione poetica, 2015, Piccolo Teatro da Camera, Collezione.
Da questa sua offerta sono nati tre post un Canto presente e Prisma lirico 5 e 7, quest’ultimo in sostanza una collaborazione, con mie foto.
Riporto di seguito i link ai post.
Significativo che il 28 maggio scorso, giorno in cui è stata diffusa la notizia del decesso, pochi minuti prima di apprenderla, io abbia scritto questo testo che riporto più sotto. E’ la prova, se mai ce ne fosse bisogno, che siamo connessi, e non solamente per via della rete, ma in modo più invisibile e misterioso. Un mistero che per Sebastiano non è più tale. Nel suo passare dall’altro lato si è dissolto, è stato rivelato.
Non mi coordino più con la mia specie
tutti hanno una forma aliena del corpo
una bocca sbagliata un’anca storta
la pelle trasuda lacrime e sebo
il battito ha un ritmo sfasciato
come note stonate nel silenzio.
Se penso al passato mi sembra
che abbiamo avuto passi da gigante
un volteggio elegante e parole
da spendere infinite.
Ora mi sembra di sentire
talvolta disfarsi tra le dita
il presente similmente alle ceneri
di un fuoco spento che lascia supporre
lenta una forma che langue e poi
all’improvviso si estingue
senza lamento o preavviso
negli occhi lo sgomento di chi
non s’era accorto
di come tutto corresse
verso l’ultimo spavento.
Loredana Semantica