Tag

immagine di Akira Kusaka

 

I

Hanno colpi di fulmine violenti

le anime – ed i corpi fan fatica

a raggiunger le vette iridescenti

da cui lampeggia quella luce antica:

 

sole di un cosmo primigenio, raggi

di cui sentimmo l’intima ferita

quando dell’aspro cappio della vita

non eravamo ancora ignari ostaggi

 

 

II   ~  TWIN SPARKLING LONELINESS

Tu germoglio dall’anima fiorito

della mia notte oscura ardente stella

mio tesoro nel buio custodito

scaglia di solitudine gemella

 

Delle Scienze Celesti il libro arcano

una Coscienza illumina infinita

Pagine alate scorrono le dita

accarezza una stella la mia mano

 

immagine di Akira Kusaka

 

III

All’aura rarefatta dell’oblio

anelavo negli anni immoti e spenti

già dell’infanzia: solamente mio

sentivo il nulla, io non altrimenti

di quanto lo potesse assaporare

un vecchio sazio d’ansie e di tormenti

 

 

IV

Non è come si dice

Non è ignoto l’ignoto

Come non è l’Altrove inaccessibile

E non è vuoto il Vuoto –

Si esprime l’Indicibile

Si varca quel confine

Con lo scatto felice

Dell’acrobata in volo

Il Vero non ha suolo

Su cui devi atterrare

È vasto etereo mare

Ma a tratti lo possiedi

L’invisibile vedi

 

foto di Noell Oszvald

 

V

No, per la morte non siamo

ancora equipaggiati a sufficienza

Della vita fu scarsa l’esperienza

Troppo tardi, ed improvvidi, scopriamo

 

che nulla abbiamo amato di reale

questo è il nostro peccato capitale

 

 

VI

Qualche volta mi chiedo quante volte

sono già morto e poi rinato. Io sempre

sopravvivo a me stesso, alle dissolte

sembianze del mio io nella perenne

vicenda dell’arcana impermanenza

che insiste a permanere, muta assenza

che palpito instancabile divenne

di un cuore della vita innamorato

 

foto Silverwood Lake, California

 

VII

Comunque e dovunque ti chiama

a nuove avventure la vita

rigermina il fiore, ritrovi

la strada che spesso smarrita

credesti. Poiché in sempre nuovi

sembianti ritorna l’antico

amore ad illuderti amico

la stessa inesausta visione

di un’alba di risurrezione

 

 

L’INCONNU

Ignote metamorfosi divine

umane vegetali – transizioni

del mutante immutabile che fine

non conosce, né climi né stagioni

 

Cieche vicissitudini diuturne

che si evolvono – involvono a spirale

E il pensiero, per suo vizio ancestrale,

insiste a decifrarle per ridurne

l’arcana resilienza immemoriale

 

Caspar David Friedrich: The Evening Star 

 

OBLIVION POOL

Al di là della Gioia e del Dolore

s’apre uno spazio vasto, inaspettato

come un livido stagno addormentato

in cui s’annega ogni terrestre ardore

ogni ricordo lieve si discioglie

nell’abisso incantato che l’accoglie

 

 

I SONNAMBULI NOVIZI

Da quando ci accompagna l’infallibile

certezza che la morte ci riguarda,

dall’istante fatale in cui la gelida

carezza ci sfiorò delle sue dita

viviamo il tempo immoto dell’obliqua

stagione declinante al nulla eterno

che il suo volto impietoso ci disvela.

Il nostro passo è quello di un addio

perenne, ma indugiamo a salutare

ogni sguardo ogni nuvola ogni stelo

Stralunati novizi di un calvario

inaspettato, attori di un copione

senza parole sulla vuota scena

ci muoviamo, sonnambuli irretiti

dalla vaga promessa di un risveglio…

L’acqua lenta dilaga sulla piazza

della città deserta. E già fantasmi

ci sentiamo, silenti testimoni

del prodigio dell’Immortalità

 

 

Biobibliografia

 

Silvio Raffo, nato a Roma, vive e insegna a Varese. Traduttore di una dozzina di poeti angloamericani, autore di romanzi e più di dieci raccolte di poesia, dirige a Varese il centro di cultura “La Piccola Fenice”. Ha vinto numerosi premi di prestigio, fra cui il Gozzano, il Cardarelli, il Montale e il Valdicomino. Dal suo romanzo La voce della pietra, Elliot Edizioni, 2018 è stato tratto il film omonimo di produzione americana. Ultime opere: il romanzo Gli angeli della casa, Elliot Edizioni, 2021, la silloge poetica Il taccuino del recluso, Interno Poesia, 2021. È autore dell’antologia di poesia italiana del Novecento Muse del disincanto, Castelvecchi, 2019.