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omaggio a un poeta, Giorgione, 1505

Col titolo “Una vita in scrittura” Limina mundi avvia un’iniziativa partecipativa che, come dice lo stesso titolo, vuole mettere in luce quanta dedizione richiede la scrittura e quanto lega a sé diventando fulcro di un’esistenza, compagna di vita

L’iniziativa è rivolta ad autori che scrivono da tempo, che hanno quindi un’ampia esperienza in scrittura, una carriera letteraria alle spalle, possono testimoniare l’atto di fedeltà alla parola. E’ quindi  un invito, ma nel contempo un omaggio.

L’invito è a raccontare, non con le parole asettiche e sintetiche usualmente richieste in una biobibliografia, ma in libertà, l’ingresso della scrittura dentro la propria vita, la chiamata o vocazione, la sua permanenza, l’evoluzione, l’intreccio con le proprie vicende personali, spirituali, una storia quindi fatta di inizi, trame incontri, episodi, traumi, delusioni, soddisfazioni, concorsi, premi, scoperte, emozioni ma anche, se si vuole, raccontare tutto ciò di cui lo scrittore è “fatto”, il suo saper fare anche oltre l’atto della scrittura in qualunque ambito sente appartenergli: professionale, creativo, artigianale, degli affetti… senza limiti, in linea con lo spirito del sito.

Libertà anche nella forma: un racconto autobiografico romanzato, un “automatismo ritratto”, cioè un proprio ritratto in scrittura automatica, un flash su un episodio o persona importanti o significativi del proprio percorso,  un’intervista nella quale le domande sono formulate e le risposte sono date sempre dallo stesso autore, persino una singola poesia o raccolta di poesie che l’autore riconosce come “autobiografiche” sono modi possibili con cui cor-rispondere oppure rispondendo semplicemente alla domanda: Ci racconti la tua vita in scrittura?

L’invito è stato rivolto a Rita Pacilio che l’ha interpretato come segue

Grazie infinite, Rita.

La mia vita in scrittura è legata indissolubilmente alla vita. L’orfanità paterna e la malattia di mio fratello hanno condizionato il mio stare al mondo, sicuramente.

Non denuncerò di me l’assedio
e il rapimento.
Sulla carne intreccerò l’amore.
Perdonerò anche Dio
perché tu non pianga.

(da Tra sbarre di tulipani – LietoColle, 2005)
***
Così, per sentirmi meno concentrata sulla parte più dolorosa della mia condizione interiore, ho deciso di calarmi nel mondo, nella sua profondità, e di cercare negli animi umani le stesse dinamiche emotive che mi somigliassero per trovare empaticamente una connessione emozionale. Partendo dagli altri ho imparato a conoscere e ad accogliere anche me stessa. Soprattutto, ho imparato ad avere rispetto amorevole per i segreti e gli aspetti misteriosi che appartengono alla natura.

Il mondo è un corpo devastato
ha l’erba secca per il troppo pianto
è steso di fianco senza parole in bocca
alle dita manca il segno della pace,
si avverte il lamento del lupo in agonia
la neve permanente morire piano, piano.
Qualcuno dice non puoi farci niente
rassegnati al timbro del frastuono,
allora coglierò tutte le viole
le terrò insieme come faceva nonna
adornerò capelli scombinati
e
abbandonata alla saggezza del necessario sarò povera delle solite cose.

(da La venatura della viola – Ladolfi, 2019)
***
Senza accorgermene, via via, la mia vita finiva nelle pagine dei miei libri. Con cura e pazienza mi sono lasciata invadere e incantare dalle metafore, spesso struggenti e impreviste, per catturare in maniera visionaria, le particelle impercettibili della storia, della memoria e dei sentimenti.

Dimmi che la mia bocca
butta giù le porte
quando tace.
E che mi porterai il mare
tra i piedi nudi
a parlarmi di tutto.

(da Tra sbarre di tulipani – LietoColle, 2005)
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Ho studiato sociologia con laurea in psicologia sociale, specializzandomi nella mediazione del conflitto interpersonale, forse proprio per quietare tormenti interiori e le mie fragilità esistenziali.

Chiedo perdono al mondo/ come lo chiedo a te/ per il mio peregrinare stanco/ per l’urlo muto/ per la corsa che mi affanna e dice./ Il destino è un cerchio senza fine.

(da Gli imperfetti sono gente bizzarra – LVF, 2012)
***
Studiare, leggere e scrivere sono sempre andati di pari passo: una specie di tessitura composta da tanti dettagli al fine di approfondire i fenomeni che muovono le emozioni. Mi sono sempre interrogata sull’assenza, sul tempo, sul perdono, sulla compassione e sul dolore. Mi sono occupata della solitudine e della frustrazione dell’ammalato, del disagio sociale, dell’indifferenza sociale, del corpo e della sua caducità.

Sputa i suoi drammi
coi colpi di tosse
per gioco, per amore
scorie sottili nelle mani esibite

è latente lo scontento sulle spalle.

Gli imperfetti sono gente bizzarra
lasciati nell’arena, non so dire esattamente,
come un silenzio, un ghigno.
Ho pensato che Dio ama l’insicurezza
e le sfumature dei dirupi.

Io mi trovo qui dove non si torna indietro.

(da Gli imperfetti sono gente bizzarra – LVF, 2012)
***
L’amore in tutte le sue forme (l’amore malato, il sopruso …)
Quella che hai amato
io l’ho uccisa
l’ho scucita lungo la schiena
le ho tirato via la carne
succhiato il sangue
l’ho stesa sul lenzuolo:
è lei stessa quel Cristo feroce.

(da Quel grido raggrumato – LVF, 2014)

L’amore è la tematica sottesa a ogni mio scritto; amore come vera e unica motivazione di vita: testamento simbolico e spirituale per l’umanità intera.

[…] Allora, tu, quando io morirò, devi fermarti e smettere di ascoltare coloro che opprimono curiosità e coraggio. Dai voce, invece, alla libertà e nutriti di gioie salvate dalle risate grasse, dai colori estivi, parole che sommate fanno algebre strane. Stordisciti di sapienza, capelli sciolti, di polmoni vuoti e verità. Quando non ci sarò più schiarisci la voce e tieni con te il carico prezioso della tenerezza umana.»

(da Prima di andare – LVF, 2016)
***
L’obiettivo della mia poetica, infatti, è la diagnosi del mondo. Per questo, mi piace ripetere che, secondo me, la poesia è un luogo di esperienza, di incontro, di elaborazioni e modificazioni che partono da un atto di fede e di speranza. È stato molto complicato mettersi in gioco, farsi leggere, pubblicare, partecipare ai Concorsi o Premi. Soprattutto, vincere ed essere apprezzata, accolta. Niente era ed è scontato. Ricordo che venticinque anni fa per far leggere i miei testi inediti ai grandi della poesia, riuniti in un convegno internazionale sulla parola poetica, andai di persona. Presi il treno e dalla mia provincia campana arrivai a Montiglio, in Piemonte. Fu l’esperienza che ha segnato il mio futuro nella scrittura perché fu allora che venni invogliata a pubblicare e a perseguire nella poesia. Certo, non sono mancati sacrifici, errori e delusioni. Chi di noi non ha subito un torto, un’ingiustizia o un tradimento!

Fammi un favore… questa volta
mi è sembrato possibile riuscirci
qualcosa simile a togliere lo sporco
dalle mani o discutere nella striscia
d’ombra che raggela quando sono qui.
Non serve a niente arrivare in anticipo
cercare di piacerti un’altra volta.
Ci provo da quando ero bambina
nel catino freddo di nonna da cui uscivo
più piccola e più bianca.
Lascia perdere, non è così che diventi
fiume! Ma io scorro senza tregua,
senza consolazione ed è incredibile
quanto oceano sia diventata
nel vetro scuro dei tuoi occhiali
se ogni giorno appaio povera, profanata.

(da Quasi madre – Pequod, 2022)