Con questa rubrica si vorrebbe dare ‘voce viva’ a testi di diverso genere e ad autori noti e meno noti che di solito vengono conosciuti tramite lettura personale e spesso silenziosa. Senza nulla togliere alla profondità dell’esperienza soggettiva di immersione nel testo, con questo tentativo si vuole porre l’accento sulla modalità dell’ascolto e della compartecipazione acustica dell’espressione letteraria, così come accade quando assistiamo ad uno spettacolo teatrale o, più semplicemente, quando dialoghiamo. La scelta di autori e testi sarà a cura della redazione, tuttavia non si esclude che potranno essere prese in considerazione proposte di testi poetici su iniziativa di esterni alla stessa redazione, che il curatore leggerà, avendo cura di inviare copia del testo proposto. Solo un’avvertenza: la voce narrante è quella di un lettore comune e non l’espressione professionale di un attore, così come l’ambiente operativo che non è uno studio di registrazione.
VIVERE INSIEME COME LE FORMICHE
Vivere insieme come le formiche è una gran bella cosa
tutti possono dire di avere un barbecue sotto un fico
non sentirsi mai soli tra gli schiocchi di lingue
mettere su famiglia con il vicino di casa
ciondolare pettegolezzi come sfere armillari
spiare l’orco dalla finestra nell’ora di cena
aprire il frigo di chi spalma sul pane un segreto
sapere l’oroscopo di ogni bocca del formicaio
Ogni tanto qualcuno con un missile tra i denti
sceglie per te un destino di miseria
Ti dice:
“Arrenditi, hai troppi separatisti nella tua casa!”
Butta giù la porta e si mette a urlare:
“O la borsa o la vita!”
Ti ordina di sbrattare se non paghi la pigione per il letto
in cui ti dondoli con la luna
Ti assegna la morte di cui devi morire
senza che tu possa scegliere
se crepare nella buca di una via bombardata
o in un bel prato marzolino
Ma vivere insieme come le formiche è una gran bella cosa
anche se le formiche hanno
TUTTE
la stessa fame e giornate operose
non hanno tempo per fare esperimenti nucleari
Di farsi esplodere una bomba nelle mutande
Testo di Emilio Capaccio
Lettura di Francesco Palmieri
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