Con questa rubrica si vorrebbe dare ‘voce viva’ a testi di diverso genere e ad autori noti e meno noti che di solito vengono conosciuti tramite lettura personale e spesso silenziosa. Senza nulla togliere alla profondità dell’esperienza soggettiva di immersione nel testo, con questo tentativo si vuole porre l’accento sulla modalità dell’ascolto e della compartecipazione acustica dell’espressione letteraria, così come accade quando assistiamo ad uno spettacolo teatrale o, più semplicemente, quando dialoghiamo. La scelta di autori e testi sarà a cura della redazione, tuttavia non si esclude che potranno essere prese in considerazione proposte di testi poetici su iniziativa di esterni alla stessa redazione, che il curatore leggerà, avendo cura di inviare copia del testo proposto. Solo un’avvertenza: la voce narrante è quella di un lettore comune e non l’espressione professionale di un attore, così come l’ambiente operativo che non è uno studio di registrazione.
Oltre il muro del suono
e cosa resta di fronte
se si scarta il regalo,
si toglie il mantello
della mirra e l’incenso,
rimane una fila
di giorni a sfinire
(una sveglia, un mattino,
l’intermezzo di ore,
un ritorno di sera
poi si spegne ogni luce)
rimane un sobbalzo
un frattempo di vento
una pozza di mare
qualche nuvola appena
rimane l’incanto
che ci rese felici,
rimane la rosa
che si accese di maggio
e poi resta lo stecco
spine intorno alla testa
un levare, un calare,
un arrendersi a notte
quando troppo lontana
è una stella da terra
rimane un pensiero
che non si riesce a cambiare,
un punto alla fine
che non chiude il discorso
rimane un sospeso
un parlare perplesso
un assalto di voce
oltre il muro del suono.
Francesco Palmieri
(dalla raccolta “Fra improbabile cielo e terra certa” – edizioni Terra d’ulivi)
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.