Il vizio di vivere
certo,
si fosse fermato
al tempo posteriore della gemma
ai giorni delle fanciulle con le gonne a fiori
e la lussuria accesa in un rossore,
e se anima, pensiero,
potessero la spinta
e si abitasse il volo
delle correnti in alto,
si fosse limitato il vivere
a due o tre decenni e poi il fermo,
a quando era immortale
l’incedere del piede,
sarebbe stata già bestemmia
una sola protesta al cielo
ma siamo scivolo di sere,
siamo carne che intristisce,
epilogo in crescendo
col no contro la morte
(per vizio che ritorna
quando finisce il giorno,
per l’altro appuntamento
fissato per domani,
per noi che siamo i vivi
e morire non sappiamo).
FRANCESCO PALMIERI
(dalla raccolta “Fra improbabile cielo e terra certa” – edizioni Terra d’ulivi)
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