C’è stato dato di fare i sogni con la luna
e dopo averli fatti agitati come oggetti in bottiglia
vederli stagliati come satelliti
piccoli o grandi rifiuti cosmici
aggirarsi per tempi indefiniti
e provare a stare dalla parte
del loro sguardo
del loro naso
della loro bocca aperta di sogni.
Loro osservano me che li ho fatti
e li ho temprati col sangue
delle mie sette vite inespresse
scandagliano l’angelo giallo
che circumnaviga rotondo o falciforme
intorno alla mia testa
così terrena e acquosa
inondandola di maree e cattivi presagi.
Di giorno si addormentano ma non del tutto.
Di giorno stanno nel palmo di una mano
ruzzolano tra i piedi
pendono come fermagli da un orecchio
si annodano per ricordarmi che esistono.
Io li ringrazio per la vitale inesistenza dei loro moniti
per i segnali confusi che mi giungono
dallo spazio dell’universo cieco
profondo e sconosciuto
che sta dentro la mia ghianda.
Quella che conservo sempre in tasca
quella che accarezzo con le dita
per cercare la fortuna.
Francesco Tontoli
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.