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Piet Mondrian, Composition with large red plane, yellow, black, gray and blue (1921)

 

La poesia è anche incontro, una geometria di rette a volte parallele, altre volte perpendicolari. Similmente al quadro di Mondrian un reticolato vivo e riccamente colorato. Nell’ambito della nuova rubrica Versi Trasversali, presentiamo la poesia di …

RICCARDO MAZZAMUTO

Bando 1

 

Brilla il corpo degli anni

ottanta, sfuso adesso

stanco pensiero oscuro

scappo dalla società

divistica coeva…

Scappo… dalle violenze

mentali e imposte…

 

Scappo scappo e scappo

dalle assurde bestemmie

dei compagni da ostie…

 

Scappo e scappo scappo

per pelo radioattivo

famiglia vaginale

mai nata e scappo

per l’eccidio ambientale.

 

Scappo per impiego

di destra assicurato

politicamente mai

ottenuto a sinistra…

 

Scappo dalla nascita

nazista di “Equitalia

gerit” e dalle… scappo

certezze letterarie.

 

Non essere né poeta

né scrittore poiché

c’è il figlio dì… tal

dei tali, il figlio

del Signor… il figlio

nipote la zoccola

pronta pronto e scappo

dall’autodistruzione

dell’io per la nascita

dei falsi miti eroi.

 

E scappo per l’assenso

errato governata

industria culturale

familiare… scappo

 

Scappo e scappo scappo…

 

Mi incammino senza

nostalgia di rimpianto

nel colore pavido

della mia abitazione.

 

Vago di dubbi vago

frustanti continui

per destino, perdendo

speranza ragione

voglia di confrontarmi

con i miei consimili

ormai catturati

e affetti da sindrome…

 

Da sindrome di “Io”… io

sono arrivato ho auto

tedesche marchio Audi.

 

Io, io io io io io io

Mercedes mi sento Bmw… Dio

Io, io io io io io io.

 

Desiderio forte

di dormire sprofondo

nel sogno che rivivrò

di continuo mentre

contraddistingueva

il tempo suoni tardi

del venerdì buio.

 

Quello tirato a lustro

griffato alla moda

di appartenenza: Armani,

Cavalli, Dolce Gabbana…

 

Quello dell’aperi-

cena e dell’auto

auto-lavaggio a mano.

 

Non disprezzo umido

né caldo, fredda sera

fa cadere la notte

strana e improvvisa.

 

Angosciante, ed il sogno

contempla illusorie

paure. Tragico sogno

ferito… cuore si ferma.

 

Disprezzo chi ha avuto

potere in poesia

ma per turbe mentali

non ha fatto poesia…

ma tornaconto privato.

 

Cosciente la morte

nega la mia giovane

vita versando gioia

all’INPS contributiva.

 

Via va per salutare

in casa l’anima.

 

Rimpianti arrossati

lacrime dallo scorso

giorno accompagnano

palpitante carroccio

di zoccoli costretti…

 

Mercedes scintillante

nero da Re Principe

con aria controllata.

 

Potenti altoparlanti

per melodie d’usanza

funebre. Nel feretro

senza esagerare

vedo sciami afflitti.

 

Gente appresso: fiori

hanno tratte, musica

cambiali e giacche

che profumano al metro

colori quadrati.

 

Funebre vetro sdegna

mia madre, disperata

sorregge il senso privo

di vita. Dopo l’aspro

cammino sediziosi

luoghi dove illeciti

prendono scomunica.

 

Arriviamo dove…

dove il purificare

dell’antica Italia

dei cipressi nell’ombra,

mi uniranno all’antico.

 

Ultimo disperato

terreno guadagno,

il Cimitero. Fossa…

 

Calato nella fossa

dal becchino sbrigliate

con fatica le funi

giace silenzio…

 

Inizia il rosario

a pullulare mano,

calore doloroso

di madre. Non mi tiene

la terra compagnia

come affianco povero

uomo donde un fiore

s’è svanito dal tempo

al ricordo dei suoi cari.

 

Ho bel l’occhio per vivi

restanti un ricordo,

tomba di famiglia

pagata al Comune

capitale di soldi

e in contanti… tanti.

 

Corrono affetti, vibra

l’amore da femmina

e tristezza di morte.

 

Sopra un colle sepolto

dai vivi nutro incanto,

solitaria pace

mai trovata in vita.

 

Attimi scoloriti

dal giorno sdraiato

al suolo bara ascolto

l’odore tarlato del

legno, prevedibile…

 

Sospettante presenza

esterna rammollito

pasto abbandonato.

 

Putrefatto… quasi

malvagio l’uomo

penso il Politico

riluttante, ostili

vertici Religiosi,

confidano imbrogli.

 

Parlamento… Senato…

Vaticano… Mafia…

Setta eterna in terra

branco per procreare

informazione d’odio:

 

Mangia Findus mangia…

 

Mangia mangia al Mcdonald’s.

 

Oggi mangia carne…

 

Domani mangerai

libri e quotidiani…

 

Poi mangerai merda,

la tua merda… poi…

 

Ricorso al vaccino…

poi poi poi… poi

diventerai povero…

 

Poi poi… inoltre

pretendo benessere…

Fai figli… figli figli…

 

Andrai in paradiso…

Andrai all’inferno…

 

Indulto indulto indulto…

 

Sia fatta… sia fatta

la nostra volontà.

 

Diciassette notti

d’alacri rimpianti

mi avventano, inizio

stabilmente a sentire

il corpo indebolito

immune d’energia

per presenze legali.

 

Avvocati… Avvocati

preparati a rompere

ogni lieve dialogo

tra Esseri Umani…

 

Tra marito e moglie

Fratello e sorella

fratellastri sorella

dipendente impresario…

 

La vista esaurisce

sguardi lenti: dormendo

sotto trovano tetre

sfumature del sotto

suolo rodibile, ormai cadavere

preda senza rifugio.

 

Quiete silenzio…

cielo diluvia

rimpianti aliena

polvere dai nostri

marmi cupi oscuri.

 

Notti da “Grande Madre”…

forse obbligato

per segreti svelati

del suo infinito.

 

Inserire vuoti

misteri noi incapaci

uomini di scoprire

verità. Lentamente

dove posero i vivi

lentamente il corpo

dette spazio alle nate…

Piccole instancabili

chiamate Formiche.

 

Entrano nel terreno:

una ad una… una…

 

Sembrano controllare

prima di esumare,

ch’io sia poeta morto

da portare via. Sono

parecchie, confrontano

concetti schierano

gruppo dentro la bara.

 

Senza satellitare

iper-tecnologico

solo istinto donato.

Ornato finalmente

per rievocare corpo

olivastro e libero.

 

Dolce comunicare

le formiche nel nido

si appostano, antefatto

gusto sgolato, tristi

defunti siedono

sbronzati d’esistenza.

 

Lungo cammino… lungo

unite tutte loro

non destano sudore.

 

Sentiero senza sosta.

 

Con l’odore d’aratro

fresco, arriva il colle…

sepoltura lontana

ora distante ora.

 

Invecchiato un cipresso

costeggia della gola

il passo. Mi accostano

all’ombra del segnale.

 

Solitario appoggiano

salde alcune il turpe

aspetto al suolo, altre

su di un tasso spiano…

Tutto per risvegliare

tu egli noi voi essi

l’io supino metile

coperto estremo sputo

mano destra inchiostrata.

 

Sconfiggere piegare…

disperdere il Clero

dissolta preghiera.

 

Amore… amore… amore…

 

Soldi con era, “era”

di compiacenze, “era”

offesa da ricatti.

 

Potere politico.

 

Di globalizzazione

falsa… appunto falsa

con in-culata €uro

o globalizzazione

da proteggi chiappe…

 

Cento diciassette

giorni mi trattengo,

senza dover sperare

decesso politico.

 

Lentamente postero

regolare effettiva

trasmigrazione corpo

d’io formica… anima.

 

Emoziono il pensiero

gesti dei compagni

festosi poiché giunto

nell’immensa area

insito a lodare.

 

Termina la regola

non la Costituzione.

 

Operanti di fronte

lasciano la piaggia

per operare altrove.

 

Solo… giunto solo

col piede dinnanzi

l’entrata sigillata

da fronde di ignude

barbe sbircio l’abisso.

Poi… poi riguardo.

 

Cosciente mi avvicino

infiammo dolcezza

e vedo un’apparenza:

 

Poeta

“Vieni nel cuore…

vieni di noi costanti”.

 

Di fianco ravviso

il vivo che è stato,

nel pensiero all’istante

un’emozione ardua

m’illumina integro:

 

Io

“Quale onore abbaglia…

di fronte Illustrissimo…

Egregio Signor G.D’A…

 

G.D’A Pregiatissimo…

Barone Laureato

mi sento uomo vile…

di conseguenza merda.

 

Fantozziano umano

 

Cittadino comune…

pellegrino errante.

 

Contribuente numero…

cartella esattoriale

numero o11- a44 – ee 428

 

Mi ordini per essere

degno… ordini ordini.”

 

Sono leale ruffiano.

 

Battezzato imposto

quindi ad essere…

vittima rassegnata.

 

Anche frocio ardito

uomo, dal mento basso

offeso si avvicina.

 

Senza trarre fiato

urta, ch’io tanto assorto

dall’anima sua, piego

il ginocchio… entrambi.

 

Poeta

“Sono stato importante,

ho trasmesso al cosmo

desiderio amoroso

talento e allegria.

 

Tu giovane apparente

da nulla ti umili?

perché ti umili? umili…

 

Io

“ Scusa grato amico

amareggiato degno,

mi inchino anima

onorata anima

celebrata… novizio

d’epoca, di epoca

moderna abituato

al peso da – Titolo-.

 

Io sono Ragioniere…

Prego l’Illustrissimo…

 

Lei è laureato…

 

Dottore l’attende…

 

Studioso Onnipotente

Intellettuale, adesso

non può riceverla…

 

Onorevole forse

Meritevole forse”.

Dio, non puoi parlare

nemmeno all’impiegato

se non hai protezione

non quella dal cielo…

ma famiglia mafiosa

di parto Cattolico.

 

Quale sarà… adesso

G.D’A. il servizio mio

assoluto supremo?

 

Conto grato su di te”.

 

Poeta

“Questo è il Luogo

per tergere da uomo

infangato sporco,

difetto col potere

vita; non basta essere

iscritto al partito

o andare a messa

la mattina e aderire

al gioco dei piccoli

frammenti sociali…

 

Noi che Geni abbiamo

agito uno per uno

noi senza costumi

né compromessi, noi

creativi passiamo

in <Colonia \ Gorghi >.

 

Divisa da dieci

ti imbatterai dopo

oltrepassandone oltre

sette, prima beato

d’ascendere all’ottavo

con Gesù. Solo il buono

evento riuscirà

a fine, a declassare

difetto e di incontro

sarai degno… sarai.

 

Di fronte rinverrai

energica potenza.

 

Ti appurerà d’ogni

mal fatto. Non violare,

trasgredire… i patti

intesi, inversamente

sarai arso… estremo

supplizio di luce buio.

 

Non volgere all’erta

il collo alla mano

dell’onore, lucente

introito sorgerà

indiziato il Gorgo.

 

Terminato di udire

volto l’aria all’andito

podio: sfolgorano

annessi di sporgenti

pietruzze, fiaccole…

 

Danno pena ritiro

a borghi offuscati

da uomini soli. Il passo

non affiora, lastrico

coperto bianco privo

stretto di luce. Avvisto

due fori, pieni di buio

segnati d’ammicco.

 

Penetro e sollevo

margine dell’entrata,

foro del Gorgo dove

di passo avrei varcato

le falde dell’intimo.

*

Bando 9

 

Progressivi scaloni

donano latifondo

non autodistruzione

dell’io… per la nascita

dei falsi miti… eroi.

 

D.A. dopo dei custodi

l’adorazione sale

sale in vetta gradini.

 

Accostati… gettati

volti verso la scena:

l’Apostolo su mensa

si accomoda Sacra.

 

Predisposta ornata

da Laici credenti

senza miti al tavolo

quelli mediatici

un po’ a destra… sinistra.

 

Un po’ gay un po’ lesbo.

 

Per vantaggio agio

alla moda stonati

un po’ anoressici

un po’ alcolizzati.

 

Per vantaggio agio

popolarità fama

fame da copertina.

 

Vip divi mediatici

per generazioni

con testa al silicone.

 

Aderisco del corpo

la fusione contraria

suono innalza elevato

ogni preliminare:

 

Poeta

“Appariamo presenti

voluti per cambio

di Santificazione

Suprema: G. L. sofferente

dal tempo isolato.

 

Ti battezzo esclusivo

e patrono del Gruppo,

con Dio in relazione.

 

Indietreggio dal Regno,

trattieni l’immenso

stupore che per virtù…

dote ti competerà;

 

Non raccomandazione

di uomini, famiglia…

 

Momenti loquaci

palpita silenzio…

 

G.L., si accascia agli arti

di D. A. permute, sguardi

intersecati con loro…

 

Immaginavo il cambio

finito, D.A. s’inclina

al rito due volte

con traccia di croce.

 

Finisce la funzione,

noi la scorta in piedi

raccolti al passaggio

dei due Monumenti

viventi… Digradano

l’ultimo ripiano…

 

  1. L. si volta ad occidente.

 

D.A. prolunga il ritmo

breve da l’uno a uno…

 

Istante di pausa,

arriva l’alto tono

ancora del Compagno:

 

Poeta

“Cerca… fascia esteriore

cerca… riconoscerai

  1. L., lì… qui a lodare

l’esito terminale;

 

Diventato Divino

non può seguire

noi nella falcata”.

 

Ci fermiamo di colpo

e calore esala.

 

Frammenti ufficiali

destreggiano vampe.

 

Destreggiano varchi

sparita distruzione

nostra distruzione

dilatati oscuri.

Fronti pietrificati

scortati da debole

fumo panoramico

inusata cornice

da essere comune.

 

Mediocre… banale,

rimpiazzabile… stolto.

 

Stolto senza memoria

assolto solo quando

ragiona con sperma…

 

Strettoie proteggi afa

dopo la cavalcata

lasciano dorsi roghi

distanti: minuscola

apertura lucente.

 

Utero per procreare.

 

Allargava doppie

mosse con apprensione

per ridotto cammino

con affetto sincero.

 

Fattibili doveri

incessanti e seri

riferibili al dopo

susseguente… Senza

certa saggezza certa.

 

Il compagno destreggia

inchioda illogica

e apparente danza…

e dilemma vocale:

 

Poeta

“Lavorare stanca

durante le sognate

Ferie d’agosto

e anche quest’anno

La bella estate

calda e retorica

Tre donne sole

le terrò forse nella

Casa in collina

e in silenzio con

La luna e i falò

con la mia sveglia

Prima che il gallo canti

per evitare d’esser

Il compagno dei paesi tuoi

e intonare false

Poesie del disamore

perché preferisco il

Diavolo sulla collina

e il clima mite per

Le ferie di aprile

per mettere insieme

Mestiere di vivere

e per sopravvivere “.

 

Provo a conseguirlo

fino all’apertura

di sbocco… una ondata

di anime, affollano…

 

Non eroi del calcio

dei giornali rosa,

fenomeni da asse…

 

Affollano l’intero

lembo, e da smarrire

impronte materiali

ricordi spontanei

incisi su memoria

dell’immenso mio mito.

 

*

Bando 10

 

Dopo molti giorni

si riscopre attraente

il cielo, incorniciato

da fasci invisibili

riflette e indica…

 

Sembrano onde irrequiete

trascinate dal vento

e ferme per frangersi

su battigia. Triste,

per le orme nascoste…

 

Mio mito e compagno

C.P. addentro nell’insieme

legittimo per meglio

notare: anime anime…

 

Anime e anime

e incalcolabile

calca poi anime.

 

Anime anime a forma

di tondo con al centro

scarsa folla e scarsa

sul nuovo Nascituro.

 

Coetanei voltati

mento inflessibile

in pace, allungato

agli eventi; si tratta

d’attendere risveglio

con il volo nuziale.

 

Vedo semicoperto

D.A. da veli e ali

penzolanti, languide

di sfiniti gabbiani

sull’asse a vela d’ali.

 

Di colpo la Regina

arriva in coppia

con D.A. accucciato.

 

Osservo la Regina

 

Riaffiorano sequenze

del nostro approccio,

sorrido a fatica…

chimere iniziali.

 

Posa il cielo veduta

tutti all’avvenimento

con vista incantata

 

S’innalza Regina

nell’ardito passaggio.

Senza eco né brontolio

quiete l’aria galleggia

 

Indipendenza… arate

colline sottostanti…

 

Notiamo tortuosità

continua degradi

pieghe impreviste

e quando arresta

indugia col vuoto.

 

D.A. a terra si preordina

per giungere d’impeto

dalla Regina. Giunge

calpestando lo stesso

tratto, come d’olfatto

apparisse appeso.

 

Planata nuziale

d’inizio. Due gocce

alate e liriche

pronte al congiungimento.

 

Discendono ambedue

a metà disegnano

altezza un contatto

doppio. Si accostano

svelano rituale,

fusione confusa.

 

D.A. principia a ridurre

il battito cadere

come già fissato,

sull’area di salita…

 

Sfiora corpo il suolo

senza vita, Lei infila

l’interno dell’ accesso

solitario. Anime…

 

Anime preparano

ad adattare tetto

da Santo in cannello

corteccia… involare

l’intero corpo in bara.

 

Come sciame d’api

e miele ci portiamo

a confine gettito

diffuso… sequenza

gioiosa e funebre.

 

Nel vano di uscita

eccitato bollente

dignità di fiamme.

 

Con dignità roteano

fisico su radice

corpo infuocato…

 

Assegnato raccoglie

cenere per seguirci

oscillanti da terra

ali venate chiare,

si mostra la Regina:

 

Afferra… indugiando

a se il Principale

per portarlo in vetta.

 

Giunge alla massima

altitudine senza

smarrire ispirata

armonia e rivolta

polvere sul celeste…

 

Coriandoli astratti

 

Pagine figurate

lucciconi spolvero

lente volteggiano…

 

Manovrate da fioco

vento d’alta quota

su nostri visi posti.

 

Non accade più niente…

Anime rincasano

dentro la Colonia…

 

Resto ultimo attardato.

 

Certa palpitazione

d’ali interviene

dietro me:

agguanta il corpo

Regina… mi traina

nel vuoto infinito.

 

Perché tanto tormento…

 

Verso l’estremità

dell’apice soltanto

immense gioite,

 

Abbinate da vuoti

e continuato silenzio.

 

Vacillanti colline

tagliano bassopiani

dalle lunghe chiome.

 

Flave dure e stoppose

o albori di diverse

maniere avvinghiano

rami variegati…

 

Lucentezze chiamano

macchiettate rondini,

e planano… piccola

riva per ingrassare

movimenti ambigui

ascoltati dall’alto.

 

Esausti rapaci

in suddivisione

triangolare fanno

ritorno sbattendo ali

e libertà. L’aria

ghiacciata assorbita

dal sole s’inabissa

e attende la notte.

 

L’altura aumenta

mi sento slacciare…

 

Slegare dal suo corpo:

Precipito nel vuoto

smarrendo padronanza

e una vampa cresce

e supera la nuca.

 

Titubanze… incerta

fantasia incerta…

 

Tocco occhi dischiusi

resi ciechi da fioco

chiarore del mattino…

 

Mi ritrovo disteso

sotto l’essenziale

volta e disadorna

laterizia mia

abitazione usuale.

 

Vorrei scappare… scappo.

 

Immobile sul dorso

accovacciato inetto

di disporre l’attuale

con il passato: mura…

 

Le mura della stanza

triturano il pensiero

da fondermi la mente.

 

Chiudo per angoscia

l’apertura socchiusa

ai fracassi al mattino.

 

Assordanti moderni…

 

Tecnici provenire

dalla scura… scuretto.

 

Mi adeguo a svolgere

i normali obblighi

in attesa del pranzo…

 

Giorni pigri uniformi

futili penso il sognato.

 

Fedele illusione

delle notti ordinate

certe come realtà.

 

Ciò che è memoria,

ricordo e compongo.

 

Senza dimenticare

niente ritenuto

impervio… fantastica

e spirituale lista

di attesa. Adesso

che accingo termine

alle attestazioni

visive, evoco ancora

le “Energie Celesti”

 

Affinché, altruismo

questo o umanità,

riesca di Formiche

a divenire a fatto

richiamo… modulo

schema da seguire.

 

Per stimolare aiuto

e sbarcare in terra

e dall’Ottavo Gorgo,

il Dio tanto atteso…

 

Senza mediazione

né Vaticano… oggi…

ad oggi con l’avvento

di “internet” e “spazio”

domanda si domanda

se legittimo l’uso…

uso e preservativo.

 

Tutto si trasformerà

in vacuo nullo iniquo

per robusto potere

politico e intero…

 

E tutto Religioso

e tutto economico…

 

Tu… tu responsabile

scappa scappa e scappa…

 

Per… e beneplacito

popolare, complice

assenso e complice.

Hai taciuto… taci

come il Vaticano.

 

Taci con il Nazismo.

 

Tu… dal grande potere,

scappa scappa e scappa…

 

Tu se seriamente

fedele hai destini

attuali e futuri…

 

Basta! Basta nascite

schiavizzate basta

riso stracotto carne

avariata su panche.

 

Vuoi nomi e locande

bar trattorie osterie…

 

Grill buffet pensioni

garni ostelli taverne…

 

Milioni e milioni…

milioni e milioni…

e tutte lasciano

fardello e provviste

senza mediazioni.

 

Né plagi né prezzi alti

condanne da pagare

e condanne psichiche.

 

Condanne economiche

di condotta di parto…

 

Scappa, scappa e scappa…

come già ho fatto io…

 

Basta prigionia

medioevale pretendo

ciò che io decido…

 

Pretendo svegliarmi

al mattino e agire.

Per me esigo pretendo

di non cadere in fame

per te, caro mio caro

Vaticano… ascolta.

 

E ascolta quando

ritornerò al viaggio

mi armerò con coltelli

di burro e parole.

 

Con fucili di gomma

e esercito di carta…

e se già sconfitti

desisterà di uomini

la rassegnazione

ideando anche esigui

spazi e circondati.

 

Elemento unico

che nessuno riuscirà

mai a togliere…

 

Con forte ripudio

immediato e società

terrena che plagia…

 

Creata da te, caro

mio caro Vaticano…

e scappa scappo scappa…

 

Testi tratti da Dal ritorno al viaggio senza mediazione, Eretica Edizioni, 2019