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Con questa rubrica si vorrebbe dare ‘voce viva’ a testi di diverso genere e ad autori noti e meno noti che di solito vengono conosciuti tramite lettura personale e spesso silenziosa. Senza nulla togliere alla profondità dell’esperienza soggettiva di immersione nel testo, con questo tentativo si vuole porre l’accento sulla modalità dell’ascolto e della compartecipazione acustica dell’espressione letteraria, così come accade quando assistiamo ad uno spettacolo teatrale o, più semplicemente, quando dialoghiamo. La scelta di autori e testi sarà a cura della redazione, tuttavia non si esclude che potranno essere prese in considerazione proposte di testi poetici su iniziativa di esterni alla stessa redazione, che il curatore leggerà, avendo cura di inviare copia del testo proposto. Solo un’avvertenza: la voce narrante è quella di un lettore comune e non l’espressione professionale di un attore, così come l’ambiente operativo che non è uno studio di registrazione.

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sacro è il pane sulla tovaglia e l’acqua nel bicchiere

il frutto appeso all’albero e il sole che matura

il vento che rinfresca il sudore della fronte

e la nuvola quando piove e rinverdisce l’erba

sacro è il sonno a fine di giornata,

il lieve di coperte distese sulla faccia

la danza delle ombre sul bianco alla parete

i sogni in fondo agli occhi e il nulla che s’acquieta

sacro è il bacio dischiuso per l’eterno

la stretta delle mani per camminare avanti

(che poi è della vita l’unire e il separare,

l’amore quando accade, l’amore quando cade)

sacra è la parola che accorre quando tremi

o quel silenzio amico che regge ogni dolore

sacro è il tempo della vita e il fiato nei polmoni

la corsa nelle gambe e i tuoi capelli belli,

e ancora gli anni brevi di un tempo che finisce

il navigare a vista per l’ultima stazione

e sacra è anche la morte ché puoi trovarci dio

o solo un uomo a caso che ha compiuto il viaggio

che forse non è niente.

ma lo sai quanto coraggio.

Francesco Palmieri

dalla raccolta inedita “Frammenti”