
Per Una vita in scrittura ho rivolto l’invito ad Antonella Pizzo, che l’ha interpretato come segue.
Grazie Antonella
Da ragazza leggevo come una forsennata, sempre libri in prestito presi in biblioteca, solo narrativa, niente poeti, alle superiori mi ero innamorata di Foscolo, amavo i suoi sepolcri, ero gelosa della sua amica caduta da cavallo, lui non mi amava, non mi aveva mai conosciuta, vivevo nel suo futuro e non avevo un cavallo da cui cadere. Poi la scuola finì e io lo dimenticai. Ora amo Eliot, non so perché, l’amore non ha una ragione, so che se sto male e leggo Il canto dell’amore di J. Alfred Prufrock mi pacifico, pare che io non sia la sola, mi è stato detto anche da altre persone, la devono studiare questa cosa, sarà una questione di vibrazioni come quando le mucche ascoltano Mozart e fanno più latte. Quando avevo già i miei bei 50 anni ho cominciato casualmente a scrivere versi, mi sono imbattuta in un concorso di poesia, era un concorso di poesia sullo sport, 36 versi, la cosa mi intrigò parecchio per diversi motivi: non avevo mai scritto una poesia, tanto meno sullo sport, non avevo mai partecipato a un concorso, non avevo mai praticavo uno sport, non seguivo lo sport. Ma si potevano scrivere poesie sullo sport? 36 versi poi mi sembrarono una enormità. Fu una sfida, la scrissi per distrarmi, avevo un grave lutto da elaborare, così mi cimentai e scrissi una poesia dedicata ai meninos de rua e al pilota brasiliano Ayrton Senna da Silva, morto nel 1994. La poesia l’ho smarrita e il concorso non l’ho vinto, però da allora ho scritto ininterrottamente per dieci anni, prima su it.arti.poesia, poi sui blog, su spinder con poetienon, su wordpress con viadellebelledonne, poi pit stop, sosta ai box, ora in attesa di ricominciare, spero. Il mio sito personale
http://antonellapizzo.wordpress.com
Inediti vari anni
Nella mia casa vecchia, nella mia stanza
antica scrivo forse di me
scrivo nella tastiera uso due dita
il terzo dito e l’occhio dentro
lo svolto e lo rivolgo al mondo
alle previsioni del tempo, di un tempo
unico, il mio assieme a quello
che agli altri appartiene
in questo secolo tutto tondo
che iniziò con molti zero
e poi finì quando l’uno
mi si appiccicò davanti e mi cambiò
tempo di torri e di sciacquette
tempo di macerie di miss italia
di sbarchi e missili
di muri e pianti
spazi ristretti fra muro e muro
quando i vicini fecero la strage
quando ammaniti scrisse del comando
quando il commando fece l’irruzione
e si divisero le ossa del maiale.
la mitraglietta sputa e sangue
spande e mi riprende il verso
lì dove ieri lo lasciai a marcire.
***
Devo scrivere sul foglio
ciò che penso e che non penso
devo fare e poi rifare fare il verso inverso un verso avverso inverosimilmente terso.
Che fine ha fatto la mia poesia
e dove la mia barca si è arenata?
scrivere un romanzo in 100 giorni e 100 amici persi per la strada
qualsiasi cosa serva a farmi ritrovare il filo
che serva a farmi scrivere dei versi
ben venga dunque una frittata
un tetto sfatto, una retrovia, una stazione chiusa
una funivia che ha già perso il gancio, la corda che tirava un secchio
che sulla neve è bello lasciarsi scivolare
e il sole impietosito o coinvolto
ha carezzato piano le punte aguzze della mia nevrosi.
***
Poi alla fine di scrivere poesie non me ne frega nulla
una parola e via nella scarpata a ruzzolare verbi
e tu hai raccolto asparagi bianchi
e li hai messi in un cestino di vimini
in uno spazio che non so e in un tu che non conosco.
***
Allora provai a scrivere un verso e ci misi
il sacco nero della spazzatura
il dito indice puntato
il cuore madornale
l’errore
la svista
la segatura e il secchio
la scopa ed il sapone
la maionese pazza
l’insalata russa
allora mi venne una bella poesia
bella stesa senza segni netti
spalmata tenue senza incrinature
come un crema
sopra un grande foglio
come una torta
che mi ricoprì l’intero mondo.
***
Tu non fai altro che scrivere parole intossicate e infette
le leggeranno le formiche e i ragni
oppure gli scarafaggi che pare siano
i futuri eredi della terra.
***
Mio amore ti scriverei una lettera se sapessi
e cercherei parole adatte nel vocabolario
che mi comprò mia madre nel sessantasette
parole strambe parole mai sentite
non quelle lise e troppo consumate
perché tu mai ti logorasti nelle ore
e nei giorni che mi condussero al confine.
Mio amore antico, marito e padre,
uomo carrubo, albero del pane
ti canterei canzoni se sapessi.
La sincera e brava Antonella 🙂
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Antonella è sempre Antonella, una voce inconfondibile, una testimonianza vera
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L’ha ripubblicato su antonella pizzo letture e scritturee ha commentato:
Ringrazio Limina mundi per l’ospitalità
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Ringrazio te e tutta Limina mundi per avermi dato ospitalità.
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