
Piet Mondrian, Composition with large red plane, yellow, black, grey and blue (1921)
La poesia è anche incontro, una geometria di rette a volte parallele, altre volte perpendicolari. Similmente al quadro di Mondrian un reticolato vivo e riccamente colorato. Nell’ambito della rubrica Versi Trasversali, presentiamo la poesia di …
ANTONIO SAMBIASE
Non arrenderti (p. 11-12)
Andare avanti per inerzia,
sentire il calore del sole
che brucia la pelle
ma non provare dolore.
Mi sento un pesco,
bloccato sotto il sole d’estate,
inerme, illeso.
Ma sento che devo andare:
camminare, correre, arrancare
per cercare il lume nel fondo,
per dar luce a questa misera vita
di bianco e nero vestita.
Non vedo sfumature,
ho un arcobaleno dentro
che non riesce ad uscire.
Mi sento freddo,
mi sento morto.
Sono un salice piangente,
ho i nervi a pezzi,
si contraggono, fanno male,
trattengo il mio dolore.
Sono un fiore di una landa desolata,
appassito, dal colore spento.
Steso me ne sto
su un misero letto d’ospedale.
Ritrovo me stesso (p.21)
In questa notte
tra musiche e parole
rivedo quel piccolo fanciullo.
Mi saluta, mi parla
non lo ricordo.
Una faccia così familiare.
Sospensione (p. 25)
Sono sospeso,
abito il mare,
abito la terra,
uccello marino e terrestre.
Vivo di ricordi,
vissuti o immaginati?
Altro non sono
se non un essere privo di forma.
Inconsistente nell’animo
e nella carne.
Fui forma o fumo?
Evaporo, prendo forma,
ho un corpo
tangibile ma inafferrabile.
Percorro rotte,
con mete note,
da una bussola guidato.
Oh, potessi non averti!
sarei senza meta,
senza strada,
sarei essere libero,
sarei aria, acqua e terra!
Di notte (p.45)
Di notte me ne stavo
ad osservar il duro incavo
tra il soffitto e la parete,
che mi proteggono,
i pensieri velocemente intenti a scorrere
come un burrascoso torrente,
distogliendo dalla mente
il tempo presente.
Un soffio (p.46)
La vita, un attimo, un secondo
d’un tratto mi ricordo di quel brio
che provai nel vederti giocondo.
Un soffio.
La vita, un testo, una storia
l’hai scritta su quel foglio
che in un attimo prese fuoco sulla via.
Un soffio.
La vita, la mia, la tua
è finita nel grande oblio
in alto al ciel mira la tua prua.
Navigando nell’ora (p.48-49)
Sono perso,
navigo in mare aperto.
Ho un corpo,
un peso costante,
un compagno nemico.
Ho una mente,
un peso costante,
una guida invisa.
Mi trascino
nel faticoso vivere.
Un’onda colpisce
la prua, oscillo
ma mi sorreggo.
Non la paura mi assale,
ma un’ansia del dopo.
Un’ansia dell’ora.
L’affronto,
non vinco,
ma scansata la ho.
Scelta errata o giusta?
Non so.
Ma respiro sereno.
Ora convive con me.
Donna guerriera
ad Anna
Per la via, si ode un brusio
le campane suonano a lutto
è scomparsa la mamma di tutti.
Il suo nome rimbomba per le vie
“Anna, Anna è scomparsa”.
La piccola donna è venuta a mancare.
Giorni sinistri per lei sono stati,
lottava: era una donna guerriera.
Vinta sull’ultimo ring.
Ora è felice al di là della terra
per poter rincontrare
il suo uomo di vita.
Marito e moglie,
anni difficili, passarono insieme.
Una prole da sfamare.
Di nuovo insieme son ora,
si abbracciano felici.
Si sono ritrovati per una vita infinita.
Viaggio (p. 34)
Nell’illuso star bene,
l’animo è perso
e viaggia il pensier.
Altro non sono,
che una vela al vento
in questo invernale mare.
Testi tratti da Antonio Sambiase, “Momenti”, Controluna, 2022.
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