Con questa rubrica si vorrebbe dare ‘voce viva’ a testi di diverso genere e ad autori noti e meno noti che di solito vengono conosciuti tramite lettura personale e spesso silenziosa. Senza nulla togliere alla profondità dell’esperienza soggettiva di immersione nel testo, con questo tentativo si vuole porre l’accento sulla modalità dell’ascolto e della compartecipazione acustica dell’espressione letteraria, così come accade quando assistiamo ad uno spettacolo teatrale o, più semplicemente, quando dialoghiamo. La scelta di autori e testi sarà a cura della redazione, tuttavia non si esclude che potranno essere prese in considerazione proposte di testi poetici su iniziativa di esterni alla stessa redazione, che il curatore leggerà, avendo cura di inviare copia del testo proposto. Solo un’avvertenza: la voce narrante è quella di un lettore comune e non l’espressione professionale di un attore, così come l’ambiente operativo che non è uno studio di registrazione.
E tu ora chiami ghiaccio
ed alito di brine
queste mie parole,
un silenzio bianco
che fa pensare ai poli
(dove non c’è nessuno
ma solo io che solo
cammino in una stanza
dalle finestre chiuse,
e tu, che avevi chiavi
tatuate nelle mani
hai chiuso mille porte
e il gas lasciato acceso
-e me, che ero pugni
sull’anima tua di ferro-).
Hai forse freddo ora
e sotto il vestito tremi,
mi dici ghiaccio e neve
e non t’accorgi cieca
del vuoto che non pulsa
là
dove c’era il cuore.
Francesco Palmieri
da Solo parole d’amore)
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