Con questa rubrica si vorrebbe dare ‘voce viva’ a testi di diverso genere e ad autori noti e meno noti che di solito vengono conosciuti tramite lettura personale e spesso silenziosa. Senza nulla togliere alla profondità dell’esperienza soggettiva di immersione nel testo, con questo tentativo si vuole porre l’accento sulla modalità dell’ascolto e della compartecipazione acustica dell’espressione letteraria, così come accade quando assistiamo ad uno spettacolo teatrale o, più semplicemente, quando dialoghiamo. La scelta di autori e testi sarà a cura della redazione, tuttavia non si esclude che potranno essere prese in considerazione proposte di testi poetici su iniziativa di esterni alla stessa redazione, che il curatore leggerà, avendo cura di inviare copia del testo proposto. Solo un’avvertenza: la voce narrante è quella di un lettore comune e non l’espressione professionale di un attore, così come l’ambiente operativo che non è uno studio di registrazione.
il mio non è un assalto al cielo
per distruggere e depredare
innalzare roghi e radere ogni stella,
è piuttosto un fare ariete dell’offesa
lanciare arpioni sulle torri
battere il tamburo sotto le mura
ed aspettare
che qualcosa accada
si affacci qualcuno al parapetto,
sprizzi qualche goccia d’olio o pece
ma qualcosa accada
a rompere il silenzio
sulle nostre teste,
a dirci infine
la nostra vera casa,
se l’aria leggera di lassù
o il fumo acre di una polveriera.
FRANCESCO PALMIERI
(dalla raccolta “Fra improbabile cielo e terra certa” edizioni Terra d’ulivi)
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