Piet Mondrian, Composition with large red plane, yellow, black, grey and blue (1921)
La poesia è anche incontro, una geometria di rette a volte parallele, altre volte perpendicolari. Similmente al quadro di Mondrian un reticolato vivo e riccamente colorato. Nell’ambito della rubrica Versi Trasversali, presentiamo la poesia di …
DOMENICO BERNARDO
L’esistenza della Natura
Come è grande osservare
tutto quello che ci circonda,
basta guardarsi intorno per proiettarsi indietro
nel tempo dove tutto questo una volta era,
e i veri guardiani della natura,
cioè i nostri antenati,
lo consideravano una divinità
e lo adoravano come tale.
Perché da esso traevano tutto quello
che serviva loro
per il sepolcro,
per la loro vita.
Adesso ormai sono del tutto spariti
quei campi coltivati che sembravano
delle opere disegnate
da artisti così perfette
con colori splendidi di una lucentezza
e splendore che
al calar del tramonto
cambiavano del tutto il loro
colore e che regalavano
ai cuori delle Naiadi ansanti
una mitezza matriarcale.
Passeggiare per un bosco,
e respirare una ventata di aria profumata
portata da un flebile alito di vento mattutino
che porta ancora il sapore fresco della rugiada
appena dissolta
dai primi raggi di un tiepido sole,
così la Natura con sorprendente soprannaturalità
ci mostra la sua fulgida vitalità di Essere,
fonte di prosperità e vita per l’immenso
mondo che avviluppa il Creato.
Il volo della Libertà
Libertà,
aurea Idea con incircoscritto
valore che avviluppa tutto il Creato.
È il mortale libero? Il mortale
avvalora l’aurea Idea?
Osservando il volo di uccello
pensiamo che Lui
sia libero perché volteggia sicuro
come la folgore
in quel limpido cielo libero da nuvole;
ma è verità codesta?
Pensa o Musa al tremore di quei nati
che ogni meriggio vedono militi corone,
peraltro volute dai loro simili che mirando
la volta celeste dicono di essere liberi.
Eppure la Natura ha donato a tutti
l’aurea Idea,
Libertà,
perciò l’essere umano non avvalga Leggi
di non rispettarla e di violentarla negandola
a chi alzando lo sguardo al cielo gioisce nel vedere
in questo immenso orizzonte celeste
il volo libero di uccelli,
trasmettendo anche a loro
l’immensa aurea Idea,
ove di notte si illumina a festa
con il bagliore d’avorio della luna
e delle sue figlie stelle,
e il Tutto che la Natura
ha a noi donato feconda
sì che mai lo vorrebbe vedere
tinto come un arazzo corvino.
Il ricordo antico
Ormai la mia folta chioma
color corvino di una volta
ha lasciato al canuto colore
e ai ricordi della gioiosa
adolescenza quella spensieratezza giovanile
che si vive solo allora.
E quando attraversi questo periodo
solo allora
insorgono nella mente le rimembranze
che hanno eletto
la tua giovinezza.
Ed ecco ho provato a riviverle,
andando a passeggiare
solingo per il mio borgo natio,
nascondendo un’emozione vergine
come quella del primitivo bacio verso
la tua giovane ninfa.
E proprio percorrendo quel ripido vicolo
dove il respiro diviene affannato,
mentre prima era mite,
sedendomi su quei massi di pietra
che sono rimasti intatti che allora vivo.
Lì penso come è iniziata la vera vita,
con la celeste mia Diana,
e il capanno d’amore,
e lì stilla il pianto.
Poi scendendo quello che
noi chiamavamo campo,
una strada che portava
là dove io ero venuto alla luce,
rivivo tutta la mia fanciullezza con i miei coeterni,
sì che infine arrivato
sotto la mia vecchia dimora,
qui vedo il vetusto padre,
la sua sposa, la madre,
nel loro sepolcro attendere
il mio ritorno.
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