Nell’ambito della rubrica “Canto presente” oggi presentiamo la poesia di
ISACCO TURINA
Tre d’amore
Dimmi il fiore che porti nello stomaco
che porti nella mente.
Fiore scuro di paura
fiore giallo dello sforzo
fiore bianco dell’attesa.
Dimmi l’insetto che ti ronza intorno
la cicala che stride nell’orecchio
la sapienza del ragno che ti abita.
La forma che tu vedi è una follia:
sotto la giusta ombra intimamente
si muovono i giardini inconsapevoli.
Interludio
Da una bocca qualunque ascolteremo
la frase che ci annienta per bellezza
o crudeltà e porteremo sempre
in noi come una vecchia sentenza
che rilascia nel tempo la condanna.
Cibarsi d’ombre fino a quando
sia luce tutto intorno
è ancora il congedo più bello.
Nel presente
- Censimento
La storia è un’acqua ogni anno più sporca.
Dei molti che morirono stanotte
rimangono le immagini scattate
in un giorno qualunque.
Riassumi la tua vita in poche frasi.
«Ho preso ordini da un libro sacro.
Ora li prendo dalla mia automobile.
Quando ne ho voglia pago un’altra donna
per farmi sculacciare e insultare.
Non ho tempo di capire».
«Quando gli organi impazziscono
un uomo mi accompagna in ospedale,
mi descrive la luna nelle attese.
Splendida vita, dondolavi
dai rami e sapevi di bucato.
La mano di un estraneo ti ha raccolta».
«Ho vissuto il mio tempo in crociera.
A bordo della nave occidentale,
la Grande Anestesia,
mi sono divertito
fino al disgusto, all’oblio.
Quando mi sarò spento, disperdete
i miei dati nel vento».
6.Tre donne
«Con le parole nascondiamo il mondo.
Ora ti svelo l’aggettivo anonimo.
Ho tenuto la scatola nel frigo
tra le uova e la birra, così bianca
che sembrava di latte.
Mi sono distesa. Oltre le finestre
vedevo altri nei loro appartamenti.
Spiegarlo mi è impossibile,
eppure mi sentivo accarezzata.
Muovendo uno specchietto e la siringa
con queste mani ho impregnato me stessa.
Ipocrita non sei e mi capisci:
le origini non sono mai pure».
«Sono figlia di orfani e non ho generato.
Un frammento di sole che ho ingoiato
mi dà febbri continue. Sono stata
prima un uomo, fuori posto e infelice.
Cancellare e riscrivere è dovuto.
Più avanti non avremo
né un genere né alcuna biografia.
Lo spirito si scuote queste carni».
«I terremoti non mi fanno paura.
Un rifugio costruito coi frammenti
è più sicuro di un tempio di marmo.
L’uccello che ho sognato
aveva un’ala verde e un’ala bianca.
La verde lo spingeva sulla terra
tra la linfa e le grida dei neonati.
La bianca lo levava ancora in alto,
dove stormi innumerevoli migravano».
8.Vigilia delle ceneri
In principio fu la cenere
perché qualcosa era già stato.
Il grido che dura nella cenere
ascoltiamo quando intorno è silenzio.
Pioggia di cenere ci sfama e ci disseta,
cade lenta sul velo della sposa.
Come un pasto di ceneri
godo il tuo corpo vivo.
Nell’aldilà c’è una lavanderia.
Prima di immergerlo strofinerò
il mio cuore di mango
su una pelle di fiore.
«Quando mi sarò spento, disperdete
i miei dati nel vento».
Testi tratti da “Non come luce”, Terra d’ulivi Edizioni, 2021, Collana “Deserti luoghi” diretta da Giovanni Ibello.