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LIMINA MUNDI

~ Per l'alto mare aperto

LIMINA MUNDI

Archivi tag: Anna Maria Curci

LA POESIA PRENDE VOCE: LUCIA TRIOLO, GABRIELLA GRASSO, ANNA MARIA CURCI

17 martedì Gen 2023

Posted by maria allo in La poesia prende voce, Podcast

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Tag

Anna Maria Curci, Gabriella Grasso, Lucia Triolo, Maria Allo

La poesia prende voce

DONNE IN POESIA

Lucia Triolo

“Via Valderice Nella mia Natura” tratta da “Dedica” edizioni Drawup, 2019, legge la stessa autrice

Gabriella Grasso

“Capomulini notte” da “Il Generale Inverno”, Il Convivio, 2021, legge la stessa autrice

Anna Maria Curci

“Premuroso il nemico alle spalle” è a pagina 27 del volume “Insorte”, Il Convivio Editore 2022 , legge la stessa autrice

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Nota di lettura di Anna Maria Bonfiglio su “Nei giorni per versi” di Anna Maria Curci, Ed. ArcipelagoItaca, 2019

20 mercoledì Mag 2020

Posted by marian2643 in Consigli e percorsi di lettura, LETTERATURA E POESIA, Recensioni

≈ Commenti disabilitati su Nota di lettura di Anna Maria Bonfiglio su “Nei giorni per versi” di Anna Maria Curci, Ed. ArcipelagoItaca, 2019

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Anna Maria Bonfiglio, Anna Maria Curci

Ci sono libri che leggi per interesse, libri che leggi per piacere, libri che leggi per imparare. Poi ci sono libri che non smetti mai di leggere, libri che ti accompagnano per tutta la vita e che ogni volta che li leggi ti trasmettono qualcosa di nuovo e di diverso. E’ a questa categoria, che per comodità definirei evergreen, che appartiene Nei giorni per versi della poetessa, scrittrice e traduttrice Anna Maria Curci. Ho incontrato la scrittura di Anna Maria leggendo delle pagine di prosa nelle quali, attraverso i colori degli abiti indossati, venivano ricordati figure e fatti della vita dell’autrice e ne sono rimasta affascinata. E’ passato qualche anno ma ricordo ancora l’emozione che quella lettura mi ha trasmesso, rinviandomi ad un tempo che anche io avevo vissuto e ricordandomi nella figura della madre la mia stessa madre. Così ho iniziato a seguirla, ammirando lo stile della sua scrittura, la professionalità nell’espansione del proprio “sapere”, sempre misurata e profonda, e la generosità nella promozione della poesia degli altri. Tutto ciò ha trovato ulteriore compimento nella lettura della sua silloge poetica di cui affettuosamente mi ha fatto prezioso dono.

Nei giorni per versi  mi ha catturato subito ma mi ha anche messo un po’ di soggezione: cosa potevo dire io di una così perfetta operazione di stile, dove significato e significante si intersecavano e la parola poetica, tanto criptica quanto suggestiva, apriva un mondo infinito di interpretazioni? E più leggevo più mi sentivo immersa in un universo di significazioni. La voce poetica di Anna Maria Curci “netta la parola come sfogliando un cespo fino al suo cuore tenero”, scrive nella accurata e illuminante prefazione Patrizia Sardisco, sottolineando proprio la capacità dell’autrice di fulminare con il verso l’attimo cogente che spetta al lettore decodificare. Già il titolo della silloge si pone come primo nucleo generativo di indagine: nei giorni per versi, anaforico e musicale; trascorrere i giorni inseguendo i versi, dedicando tempo ai versi; ma anche nei giorni per-versi, laddove il tempo si manifesta nella sua valenza persecutoria. Le centosettantatré quartine di endecasillabi che compongono la raccolta si snodano senza soluzione di continuità riferendoci un quadro diaristico che fulmina riflessioni, ricordi, squarci di ironia e fustigazioni di costume in un ensamble (e uso questo termine a ragion veduta per l’intrinseco innesto musicale dei versi) di risonanze che coniugano motivi di cronaca quotidiana e colti riferimenti letterari. Il genere letterario che Anna Maria Curci declina in questa raccolta è l’epigramma, canone dominante per l’espressione poetica che traduca in rapida sintesi un’arguta e mordace critica:

 

“Quei rondinotti rannicchiati all’Elba

sono cresciuti, si son fatti corvi.

Non gracchiano, starnazzano eleganti,

librano versi telecomandati”.

 

Metafora del proliferare versificatorio, la quartina ricorda le novecentesche schermaglie di poeti quali, solo per citarne alcuni, Caproni, Montale e Flaiano che se le mandavano a dire tanto in maniera manifesta quanto in metafora. E ancora Curci:

 

“Si affanneranno nuove schiere d’api

a degustare (già mutato il gene)

sputando il seme, trattenendo il vago.

Il festone chiassoso empie le gote.”

 

Garbo ed eleganza accompagnano l’ironia e il rammarico per l’uso-abuso del genere poesia, parola che può ritorcersi contro:

 

“Quando mi troverai già sfilacciata

dalla tua attesa inerte, mio poeta,

bollandoti la fronte penserai

che mai io sono innocua, io parola.”

 

Sferzante monito al doveroso riguardo che  esige l’espressione poetica. Ma l’obiettivo della nostra poetessa zooma anche su altre realtà, indaga la contemporaneità, gli affetti, l’arte, ha sguardi di tenerezza per il passato:

 

“A fine luglio, nei giorni di pioggia,

giocavamo a Monopoli o a Carriere.

Meteo e tempo ci erano propizi.

Mai più sarebbe stato come allora.”

 

Andando avanti nella lettura incontriamo quartine di carattere intimo, la poetessa a confronto con se stessa, un’eva versus eva, donna, figlia, moglie, madre, docente, che si ritrovano infine in un unicum.

“Mi cullo in quello che di me dicevi;

          metà e metà, formica e poi cicala,

          un ibrido che ascolta, stipa e canta.

          Ti cerco nella sera sopraggiunta.”

 

E allora i versi si abbandonano  all’umbratile malinconia, alla tentazione di una resa dei conti, ai fatali distacchi, “oggetti smarriti alla dogana”. La lettura ci aggancia alle pagine e una dopo l’altra non sai più quale quartina scegliere da citare per chiudere questa mia breve nota di lettura:

“Man mano che si accende lume a lume

           Sostiamo nel silenzio che rapprende

           Lo squarcio all’improvviso rivelato.

           Noi che veniamo al mondo lacerando.”

 

Anna Maria Bonfiglio

 

 

 

 

 

 

 

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… “chi è solo bello, resta bello all’occhio. Ma chi ha valore sarà bello sempre” …

04 lunedì Apr 2016

Posted by maria allo in Consigli e percorsi di lettura, LETTERATURA E POESIA, Poesie

≈ 1 Commento

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Anna Achmatova, Anna Maria Curci, Catullo, Didone, EMILY DICKINSON, Ingeborg Bachmann, Katia Chausheva, Mimnermo, Platone, Saffo, Silvia Plath, società, Ungaretti, Yava Suberg

Dai primi sguardi al corteggiamento, dallo scoppio della passione al suo soddisfacimento, dai dubbi della gelosia ai tormenti del tradimento o della separazione, l’amore rappresenta sicuramente un’esperienza universale. Ed è naturale che un fenomeno così complesso in cui convivono sentimenti misteriosi e spesso contraddittori e sconvolgenti sia al centro della poesia. Il tema dell’eros e le strane ambivalenze dei moti sentimentali sono ben presenti nella poesia antica: bisogna però cogliere le forti differenze di sensibilità che corrono, nella trattazione di tale motivo, tra gli scrittori moderni e gli antichi.
“E allora – dissi – che cosa sarebbe Amore? Un mortale?” “Per nulla” “Ma che cosa allora?” “Come i casi precedenti – rispose – qualcosa di intermedio tra il mortale e l’immortale” “Che cosa, dunque, Diotima?” “Un gran demone, Socrate, perché tutto ciò che è demonico è intermedio tra dio e mortale”. Continua a leggere →

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