OCEAN HORIZON di Richard Diebenkorn (1859)

Sedevamo sulla riva del giorno – due poeti,
presi dalla discussione sulla vera poesia,
ed io, che li ascoltavo in silenzio.
– La poesia- affermava l’uno senza ombra di dubbio, –
è semplicità. Dobbiamo sradicarla dai vortici
della complessità! Basta con le nebbie!
– Al contrario!- replicava l’altro, non meno
convinto.- La poesia è affogata nei bassifondi
dell’elementare. Dobbiamo estrarla verso le profondità
del pensiero complesso! Basta scorza masticata!
La discussione batteva ora contro una riva ora contro
quella opposta e diventava sempre più spumosa.
Una libellula si mise a volare tra i due. Le sue ali
recavano il vago sorriso del giorno dall’occhio solare,
l’ultimo per lei disponibile. E sfrecciò dritta
verso l’abbraccio d’addio della sera.
La libellula non era affatto semplicità, nemmeno però
complessità.
Era poesia.

Blaga Dimitrova

 

E con questo testo di discussione su come debba essere la poesia, se elementare o complessa,  auguriamo  BUONE VACANZE.

Per il mese di agosto la programmazione del blog prosegue con le proposte poetiche di Alessandra Fanti e di Francesco Palmieri ed il mercoledì con i racconti brevi di Enrico Cerquiglini della serie “Del terzo millennio: strascichi post-umani”.

Ci ritroveremo il 1° settembre con consuete e con nuove rubriche, idee nuove e nuovi propositi.

LA REDAZIONE di LIMINA MUNDI