Nell’ambito della rubrica “Canto presente” oggi presentiamo la poesia di:
Alessandro Assiri
Inseguo sempre anch’io il mio dio che si ritira
E se rallento glielo scrivo: per favore fatti vivo
Me lo ricordo il tuo corpo offeso di fatica mi ricordo la carne che offuscava la gioia l’amore quello no l’ho aggiunto dopo ce l’ho messo io e non l’ho nemmeno scritto ma soltanto trapiantato ho immaginato un giardino l’ho annaffiato ho spostato Adamo ho tolto Eva per sottrazione qualcosa ci restava le mani appoggiate sotto al mento la liturgia dello spavento.
Caterina sapeva che ci sono medaglie che hanno solo
il rovescio. Pesa i capelli che ha perso il male che cresce poco a poco. Per Lo sciancato non esiste un’età dell’oro ai ritorni non ci crede e un’altra vita non la vede, fa una guerra tutta sua con i gesti progressivi del dolore confonde un nido con le sue radici altrove.
Non c’è nessun padre se non si è camminato una volta per mano nel profumo del pane e anche adesso che tu aspetti e io preparo il tempo dei saluti i miei morti son più pesanti dei vivi sono parole contro chili .
Sì. Bravissimo.
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Assiri è bravissimo.
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