Fra Modernismo e Sperimentazione.

Thomas Stearns Eliot
da La Terra desolata di Thomas Stearns Eliot
Legge Francesco Palmieri

Elio Pagliarani
“Ho sognato un naufragio” da “La ballata di Rudi” di Elio Pagliarani
Legge Francesco Palmieri
Fra Avanguardia e Sperimentalismo.
Poesia didascalica e narrativa La Ballata di Rudi di Elio Pagliarani e la Terra desolata di Eliot hanno dato l’occasione ai critici per interrogarsi sul ruolo dell’epica nella poesia contemporanea (1).
La Ballata di Rudi, è un testo complesso che attesta, come l’autore stesso asserisce in un’intervista a Romano Luperini, tutti gli aspetti della sua ricerca, delineata nel saggio del 1957. Mira a rappresentare, coi suoi peculiari strumenti linguistici (struttura che alterna e sovrappone i ritmi della poesia e quelli della narrazione), la complessità della vita stessa e la disillusione per un’Italia in rovina, una vera e propria storia dell’Italia dal Secondo Dopoguerra in poi. Ma il messaggio finale della ventisettesima sezione contiene un refrain, elemento unificante di tutta l’opera, evidenziata da una sorta di ottimismo che implica la resistenza di una volontà comunicativa: “Ma dobbiamo continuare come se non avesse senso pensare che s’appassisca il mare”.
Ricorre quest’anno il centenario del poema La terra desolata (The Waste Land) di Thomas Stearns Eliot (1888-1965), composto nel 1921. Poema complesso, rivisto da Pound su esplicita richiesta dell’autore, con un linguaggio ispirato esplicitamente a Dante (famosa è la descrizione di Londra che echeggia il clima dei gironi e delle bolge) scritto dopo i disastri della Prima guerra mondiale, una delle opere più alte della letteratura del Novecento. Descrive la desolazione dell’uomo, della natura, del mondo abbandonati da Dio “Riuscirò alla fine a mettere in sesto le mie terre? …Con questi frammenti io ho puntellato le mie rovine” e con questi versi sospesi tra pessimismo e speranza si chiude definitivamente il poema. Lo sperimentalismo di Pagliarani ha avuto come punti di riferimento la linea lombarda e le tradizioni europee, soprattutto quella anglosassone ma tutta la sua opera (3), come sostiene il comparatista Dionýz Ďurišin andrebbe inserita nella letteratura mondiale. Infatti si evidenziano affinità e legami stilistici e ideologici con artisti appartenenti a un’aerea geopoetica storicamente e letterariamente affine come Thomas Stearns Eliot.
L’accostamento fra la Ballata di Rudi di Elio Pagliarani e la Terra desolata di Eliot offre a Giuseppe Carrara l’occasione per interrogarsi sul ruolo dell’epica nella poesia contemporanea (2). Uno dei leitmotiv della Waste Land di T.S. Eliot è quello dell’acqua, connesso a una galassia semantica e tematica di degradazione, aridità e morte, atmosfera crepuscolare, a tratti funebre, caratterizzata dalla capacità di contaminare la tradizione letteraria con l’uso della lingua parlata e dei dialetti, in un gioco combinatorio di eccezionale livello. Anche Pagliarani contamina termini tecnici stranieri, espressioni del parlato con prestiti letterari e soluzioni auliche con una singolare capacità di riproduzione e di imitazione o mimesi di alcuni livelli della comunicazione linguistica odierna e riporta a nuova vita il concetto di letteratura, che diventa così arma di opposizione al sistema e
strumento di coscienza critica. “Ho già detto altre volte di credere ad una funzione sociale della letteratura, funzione che non esaurisce, beninteso la letteratura, ma che è verificabile oggettivamente a prescindere da ogni intenzionalità. (Da un intervento di Pagliarani al convegno di Palermo del 1965 organizzato dal Gruppo 63).
Note
1) https://www.academia.edu/44750325/Unepica_del_mare_fra_Eliot_e_Pagliarani
2) La monografia “Il mare appassito: La Ballata di Rudi di Elio Pagliarani “di Christian Eccher
https://docslib.org/doc/12061406/il-mare-appassito-la-ballata-di-rudi-di-elio-pagliarani
3) https://liminamundi.com/2016/05/05/sono-momenti-belli-ce-silenzio-elio-pagliarani/
HO SOGNATO UN NAUFRAGIO
Ho sognato un naufragio c’era un uomo con me che mi chiamava
nel mare senza barca. Senza barca? In motoscafo? No, con i piedi nell’acqua
come dice il Vangelo, chiamava per salvarmi, io naufragavo
naufragavo nell’erba, erano alghe flora marina che non riconosco? Nella faccia
sembrava mio marito ma le spalle aveva delle spalle che, Luigi, io naufragavo
non ricordo perché ma naufragavo in mare calmo in burrasca sì in tempesta e calmo
e cambiava onda ogni volta che sentivo battermi i polsi e mi sentivo il ventre
pesantissimo di pietra e andavo sotto e non avevo voce, solo dentro
di me sentivo l’urlo che facevo e l’uomo che chiamava. Io non credo nei sogni, tu ci credi?
DA LA TERRA DESOLATA DI T.S. ELIOT
Se vi fosse acqua
E niente roccia
Se vi fosse roccia
E anche acqua
E acqua
Una sorgente
Una pozza fra la roccia
Se soltanto vi fosse suono d’acqua
Non la cicala
E l’erba secca che canta
Ma suono d’acqua sopra una roccia
Dove il tordo eremita canta in mezzo ai pini
Drip drop drip drop drop drop drop
Ma non c’è acqua
Chi è il terzo che sempre ti cammina accanto?
Se conto, siamo soltanto tu ed io insieme
Ma quando guardo innanzi a me lungo la strada bianca
C’è sempre un altro che ti cammina accanto
Che scivola ravvolto in un ammanto bruno, incappucciato
Io non so se sia un uomo o una donna
Ma chi è che ti sta sull’altro fianco?
L’ha ripubblicato su SOLCHI.
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